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Sarnano

informazioni

www.sarnano.com

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IL PAESE

Situato su un'altura alla destra del Tennacola, è uno dei pochi paesi delle Marche che conserva intat­to il suo centro storico. Il carattere urbanistico è quello del "castrum", città murata che si snoda a spirale dalla Piazza Alta e scende fino alla base del paese dalle vie molto strette. L'impianto urbanistico, degradante dalla som­mità del colle con le sue vie che si snodano in modo concentrico, ha mantenuto le caratteri­stiche del castello fortificato di cui conserva tratti delle mura e le porte di accesso origina­rie. La tonalità calda dei mattoni delle sue case strette le une alle altre e delle sue chiese è l'e­lemento dominante che conferisce unità all'in­sieme degli edifici cosicché l'intero centro sto­rico, nella totale armonia delle sue parti, assur­ge nel suo insieme a valore di monumento di eccezionale pregio. Ma la suggestione proviene anche dai singoli edifici sia per il fascino della storia che ognuno di essi emana, sia per l'essere immersi in un'atmosfera di tranquillità che neppure il transito e la curiosità dei turisti riesce a rompere. È rino­mato centro termale ed attrezzata zona di villeggiatura invernale per la presenza di diverse piste e di numerosi impianti di risalita; inoltre la possibilità di passeggiate ed escursioni sui vicini monti e nel parco dei Sibillini, la salubrità del clima e l'eccellente dotazione di strutture turistiche ricettive, sportive e ricreative, la rendono amena località di soggiorno estivo.

 

IL TERRITORIO E L’ORIGINE DEL NOME “SARNANO”

Il punto di partenza per la descrizione del territorio di Sarnano è Pian di Pieca, dove si incrociano due strade, una proveniente da est (Civitanova - Macerata) e un'altra da nord (Camerino - Tolentino); la prima risale il Fiastra (meglio, Fiastrella), la seconda il Fiastrone. Da Pian di Pieca la strada diventa unica e, caracollando di colle in colle, si allunga fino alla valle del Tronto, dove s'innesta con la Salaria, a 7 km. da Ascoli Piceno, in faccia all'Abruzzo. Le strade che fanno capo a Pian di Pieca devono necessariamente passare per Sarnano. La città è chiusa, da un lato, da basse colline che degradano verso il mare e dall'altro dalla catena dei Monti Sibillini che si distende dal fiume Chienti al Tronto, ma che prende propriamente forma e sale a notevole altezza a cominciare dal fiume Fiastrone. Dalla sponda destra di questo corso d'acqua si eleva un massiccio che a due terzi della sua altezza, si distende in prati (Prati di San Liberato e Fonte Trocca) e poi riprende a salire o torna a distendersi in nuovi pianori (Prati di Acquacanina) e termina in una cima conica, Pizzo Meta (mt. 1.576). Al complesso va dato il nome di Monte Ragnolo (da Raniolus, nome di persona), anche se si tende a restringerne i confini alla parte centrale. A sud del Ragnolo si eleva il più corto, ma alquanto più alto (mt. 1.624) massiccio di Sasso Tetto, un nome che sembra significare qualche cosa di diverso da quel che suona. A Sasso Tetto segue Monte di Castel Manardo (mt. 1.917), che culmina in un dosso estesissimo e pianeggiante. L'avvallamento tra Ragnolo (o Pizzo Meta) e Sasso Tetto forma un valico (Passo della Maddalena) dove scorre la strada che unisce Sarnano a Bolognola; all'avvallamento tra Sasso Tetto e Monte di Castel Manardo si da il nome di "Pintura di Bolognola". A Castel Manardo segue la Priora (meglio detto Pizzo della Regina, (mt. 2.332), gigantesca e splendida montagna, a forma di vascello.

Con la montagna successiva, Sibilla (mt. 2.173), la catena torna ad abbassarsi, per impennarsi di nuovo con Monte Porche (mt. 2.233 ) e Monte Vettore, che è l'ultimo ed il più alto (mt. 2.476 ) di tutta la catena e sembra tirarla dietro a sé (è questo il significato del suo nome, da "veho", conduco, sto in testa; vetta, infatti, per i contadini è l'ultimo paio di buoi attaccato al carro). Il Vettore nasconde nelle sue pieghe, a 1.949 metri di altezza, il Lago di Pilato. Il nome Sibilla e quello di Pilato, portato dal lago, traggono origine da "contaminazioni" e da leggende. Il significato del nome Sarnano non è facile da identificare poiché non si palesa da sé (come per esempio Montalto, Amandola, Caldarola) ma è chiuso nel proprio significato (come Tolentino e Falerone), quindi si può affermare che sia molto antico. Se stacchiamo -ano da Sarnano avremmo un altro dei Sarn (s, en) trovati altrove ai quali si può aggiungere: "Sarno" nome di città e fiume della Campania (dove sono arrivati gli Etruschi ) e un "Sarna", un paesino dell'aretino che ha il pregio di presentarsi con il finale in -a, congeniale alla lingua etrusca. Sarno racchiude una radice (-ar) che viene messa in rapporto all'acqua corrente o a terreno scavato dall'acqua; ma è anche nome proprio. In questo caso, Sarnano (in linguaggio toponomastico) sarebbe un prediale, cioè il nome di un terreno ("praedium") derivato da quello del suo proprietario, aggettivato nella consueta forma in -anum che si ritrova in moltissimi nomi di luogo dell'Italia centrale. Un nome alternativo nasce dalla testimonianza di più persone del luogo secondo le quali Sarnano una volta si chiamava "Silvano"'. Questa tesi può essere accettata conoscendo la tenacia con cui il popolo conserva i nomi, anche attraverso una lunga serie di secoli e ci si chiede se essa non abbia un fondamento. "Silvano" è una divinità tipicamente italica, venerata soprattutto dai pastori e dalle genti di campagna che l'avevano in conto di protettore dei buoni raccolti e della fecondità degli armenti ed erigevano in suo onore altari all'aperto, come fanno fede le numerose lapidi venute alla luce in varie regioni d'Italia, comprese le Marche. Il nome "Silvano", se è vero, dovrebbe riferirsi alla cima della conica collina a ridosso della quale è costruita Sarnano; mentre Sarnano è il terreno che si distende ai suoi piedi.        

 

LA NASCITA DEL COMUNE

II 10 maggio 1265, il Cardinale Simone Paltinieri emana a Fabriano un ordine di comparizione, entro il limite di tempo di otto giorni, a tutti i personaggi più in vista, alle città, ai paesi delle Marche fino al Metauro, sostenitori di Manfredi. L'elenco è sorprendente per il gran numero; tra i personaggi più ragguardevoli fautori di Manfredi, al terzo posto viene citato Rinaldo di Brunforte. Anche la conservazione di questo rarissimo documento si deve al Comune di Sarnano che nel 1279 (periodo in cui era in lite con Rinaldo di Brunforte!) ne richiede una copia all'archivio del rettore della Marca. Non essendosi Rinaldo presentato nemmeno questa volta (e non sappiamo chi l'abbia fatto), il Cardinale emette una serie di atti all'apparente scopo di nuocergli. Alla scadenza esatta del termine degli otto giorni, scrive una lettera agli abitanti del castello di Rocca Colonnata, che sovrasta Pian di Pieca, sciogliendoli da ogni dipendenza da Rinaldo di Brunforte, invitandoli a costituirsi in "comunanza''. Il successivo atto del Cardinale porta una data di cui è stato ricordato il settimo centenario: 1° giugno 1265. Il Cardinale riconosce il Comune di Sarnano con un documento che ancora si conserva. Il Cardinale scioglie gli abitanti di Sarnano da ogni legame che li teneva stretti a Rinaldo di Brunforte e ad altri signori dei dintorni, che vengono nominati, "qui Bonifacii vocantur", tra i quali quelli di Castelvecchio, "traditori manifesti della chiesa", cui potevano appartenere alcuni vassalli rifugiatisi a Sarnano. La giustizia sarà amministrata da un podestà, che è il coronamento di ogni vero Comune, ma i Sarnanesi dovranno accontentarsi di quello che invierà loro il Sommo Pontefice o il suo rappresentante nelle Marche. I Sarnanesi sono liberi di andarsene e padroni delle loro cose. La morte in combattimento di Manfredi davanti a Benevento (26 febbraio 1266) ed il trionfo su di lui di Carlo d'Angiò, chiamato in soccorso dai papi, non mettono fine ai contrasti nelle Marche, né rendono più agevole l'opera del cardinale Paltinieri, il quale l'anno successivo viene assalito nel castello di Sant'Elpidio, dove si era rinchiuso, da un esercito di Fermani tra i quali militava anche Rinaldo di Brunforte che si merita una nuova messa al bando.

I signori di Brunforte trovano anche il modo di farsi assolvere dalla scomunica e di rientrare nel pieno e legittimo possesso dei loro beni e diritti (19 giugno 1281), il Comune elegge alcuni rappresentanti per non compromettere le proprie vertenze con i signori di Brunforte, nelle persone di Giovanni, abate dei santi Vincenzo e Anastasio di Amandola e Mauro, abate di Piobbico, che passeranno alla stona delle vicende di Sarnano come i "due abati"; e a sottoscrivere il loro lodo "se si farà". Nella delega sono riassunti i motivi che dividevano i Sarnanesi dai Brunforte, che saranno poi ripetuti con monotonia finché le parti non troveranno il modo di accordarsi: la giurisdizione sul castello di Brunforte, nido dei signori, che i Sarnanesi vogliono privare di ogni potere sullo stesso e sulle persone che l'hanno abitato e poi lasciato per costituire il loro focolare a Sarnano. Ai delegati si da facoltà di sottoscrivere il lodo a patto che vengano rispettati "tutti i privilegi, i benefici, le immunità, le libertà, le esenzioni concesse ed elargite al Comune e alla università dei Sarnanesi dalla Santa Sede o dai suoi legati". Nel frattempo però, sembra che nell'animo di Rinaldo di Brunforte maturassero propositi diversi da quelli che lo hanno opposto ai Sarnanesi. Il 22 novembre 1281, disponendosi a partire per Pisa (città notoriamente imperiale e filo-ghibellina), da cui gli era giunta l'elezione a Podestà, detta il suo testamento con il quale assoggetta i suoi figli ed i loro beni al Comune di Fermo. Il giorno successivo, radunati attorno a sé i figli nel girone di Gualdo, alla presenza di due abati, li autorizza e delega a scrivere quanto essi avrebbero stabilito circa i castelli e i luoghi controversi, alla cui giurisdizione avrebbero dovuto rinunziare a favore degli abitanti del Comune di Sarnano, ai quali, con atto di resipiscenza, riconosce la più grande e illimitata libertà. Il Brunforte non vi farà più ritorno. Rinaldo muore a Pisa nel mese di agosto del 1282. Forse i figli hanno provveduto a trasportare la salma a Fermo, nella cui cattedrale egli aveva disposto di essere seppellito. Con lui muore pacificamente il feudalesimo nelle Marche centro - meridionali.                                

 

LO STEMMA DEL COMUNE SARNANO

                                                                                                                                                     Lo stemma originano del Comune di Sarnano è forse l'unico in Italia che è rappresentato con il volto di un Serafino, attorno al quale ruotano sei ali ed è in stretto rapporto con la nascita del Paese e con la presenza dei Francescani nel territorio. Alcuni documenti, confermati dalla tradizione popolare, hanno permesso di risalire alla origine, anche se permangono dei dubbi. Si è appreso che essendo scoppiata una lite tra i rappresentanti della nascente comunità di Sarnano ed i feudatari dei castelli di Brunforte, Poggio, Castelvecchio, Bisio e Piobbico per la scelta della figura da dare allo stemma del Comune, fu il Santo di Assisi a suggerire l'immagine del Serafino. San Francesco, di passaggio nella zona durante uno dei cinque viaggi nella Marca, tra il 1220 e il 1225, fu ospite del convento francescano di Roccabruna, che sorgeva su una collina boscosa ed era un possedimento dei signori di Brunforte, il cui castello si trovava di fronte, sull'opposto colle Morro o Morrone. Quando San Francesco seppe della contesa tra i signori, intervenne e portò la pace disegnando a terra con il cordone del saio, la testa di un Serafino, l'angelo simbolo dell'ordine francescano e dello stesso San Francesco, a cui era apparso sul monte della Verna mentre riceveva le stimmate.

Il popolo tramanda che il fatto avvenne nella località di Campanotico, tra il castello di Brunforte e il convento di Roccabruna, dove tuttora esiste una chiesetta costruita nel 1683 in ricordo dell'avvenimento e al cui interno un dipinto commemora la scena. A conferma dell'evento vi sono anche testimonianze: una tela del 1645, conservata nella Pinacoteca comunale, di Pietro Procaccini che ritrae San Francesco mentre effigia lo stemma: un'incisione in rame del 1707. commissionata dal sarnanese Francesco Picarelli, vescovo di Narni, raffigurante San Francesco e i signori del luogo. Il sigillo con il Serafino, impresso su cera, è riportato in numerosi documenti ed è presente su libri, sull'arco dell'antico palazzo del Popolo, nel presbiterio della chiesetta di San Rocco e anche in due case di campagna, a Schifo e a San Cassiano. Questo fatto testimonia la presenza di San Francesco e dei francescani nella zona e c'è da ricordare che proprio nel convento di Roccabruna, detto anche di Brunforte e oggi chiamato di San Francesco di Valcajano, visse fra Ugolino da Montegiorgio (Mons Sanctae Mariae in Georgico) autore dei "Fioretti di San Francesco" in cui si narrano la vita del Santo e dei suoi "Fraticelli". Più tardi, nello stemma, al serafino si aggiunsero l'immagine di una croce latina, forse segno di allusione ai signori di Brunforte e alla loro partecipazione alle crociate o, altra ipotesi, simbolo del "vassallaggio papale" e tre gigli. 


Fonte informativa:  A cura dell'Associazione Turistica Pro Sarnano - "Analisi dello Sviluppo Urbano dal Sec. XIII al XVI" (Testi - Cristiana Tartabini)    

 

LUOGHI DI CULTO E L’ARTE

Chiesa S. Maria Assunta

Nella piazza alta del paese s'innalza la chiesa di S. Maria Assunta, edificata nella seconda metà del sec. XIII, sovrastata da un massiccio campanile più tardo di un secolo. La facciata è abbellita da un bel portale in pietra bianca riccamente scolpito nella cui lunetta è raffigurato il "Transito della Madonna". All'interno diverse opere di notevole pregi una Madonna con Bambino e Santi di Antonio e Giangentile di Lorenzo (1483), una Madonna e Bambino tra Angeli di Lorenzo D'Alessandro (sec. XV), e la Trinità di Paolo Bontulli da Percanestro (1530). È inoltre uno stendardo ligneo con Annunciazione e Crocifissione di Girolamo di Giovanni, una Madonna della Misericordia, tavola di Pietro Alemanno (1494), dei pannelli di polittico con Santi di Nicolò Alunno e due statue lignee di presepio, forse di arte tirolese (sec. XV). Nella cripta, affreschi di Pietro Alemanno datati 1494.

Oltre alla chiesa, si affacciano sulla piazza anche gli altri edifici pubblici: il Palazzo del Popolo, trasformato nel 1831 in Teatro, il Palazzo dei Priori ed il Palazzo del Podestà. Poco più in basso, la Chiesa di San Francesco del sec. XIV, rimaneggiata. Accanto la Pinacoteca che conserva opere di eccezionale interesse tra le quali la Madonna con Bambino ed Angeli di Vittore Crivelli, proveniente dalla vicina chiesa di S. Francesco, una tavola attribuita a Nicolò di Liberatore detto l'Alunno raffigurante San Francesco con il Popolo e la Madonna attualmente collocate in un suggestivo vano quattrocentesco. Inoltre dipinti di significa­tivi rappresentanti della pittura marchigiana, quali Stefano Folchetti "Crocefissione" sec. XVI, Simone De Magistris "Ultima Cena" sec. XVII e Vincenzo Pagani del quale si conservano cinque tavo­le del sec. XVI, presumibilmente destinate, in origine, a costituire un polittico......


Chiesa di San Filippo

La chiesa con l’adiacente ex Convento sorge su un precedente complesso francescano, edificato a partire dal XIV secolo entro il nucleo urbano di Sarnano. Nel 1820 ai francescani subentrarono i Padri Filippini, i quali rimasero in città limitatamente in quanto il Comune acquistò il convento nel 1862. Del precedente edificio rimangono il portale gotico e finestre romaniche murate, mentre l’interno venne notevolmente elevato e rimaneggiato. Esso, ad aula unica notevolmente luminosa e voltata a botte, reinterpreta in chiave oramai neoclassica il tradizionale schema costruttivo barocco proprio dell’architettura filippina.


La chiesa di Sant'Agostino (San Michele del Poggio)

La chiesa di Sant’Agostino, con annesso convento (del 1424), ha subito varie trasformazioni, con chiostro chiuso da muri e capitelli in pietra con arcate in cotto.


Abbazia di Piobbico

La chiesa di S. Biagio a Piobbico (Abbazia benedettina), la cui origine risale al sec. X (Santa Maria inter rivora), è situata ai piedi della montagna di Sassotetto sulla riva sinistra del fiume Tennacola. L'interno è a unica navata con copertura a capriate. Di notevole interesse la cripta ed i numerosi affreschi che si susseguono sulle pareti. La piccola chiesa romanica fu fondata intorno all'anno 1000 e per il fatto di trovarsi tra due torrenti, il Tennacola e il Lardina, viene chiamata "Santa Maria inter rivora" con l'aggiunta di "Publica" antico nome della cittadina di Piobbico. Nel 977, il vescovo di Fermo Gaidulfo, donò al conte Mainardo di Brunforte i terreni dove ora sorge l'abbazia e l'inizio della sua costruzione è datata 1029 per essere terminata nel 1059.  E' intorno all'anno 1400 che l'abbazia di Piobbico ebbe il suo massimo splendore e si trovò ad avere molti territori e chiese ad essa annessi fino addirittura a Montolmo e Mogliano. I rapporti con il vicinissimo paese di Sarnano non potevano non essere fitti. Nel 1268, Guido, vescovo di Camerino, dà il permesso ai monaci di edificare un oratorio all'interno della città ed è da qui che ha origine l'inizio della costruzione della chiesa S. Maria in Piazza Alta. 


Eremo o Grotta di Soffiano

L'eremo di Soffiano dista poco meno di tre chilometri dal conto di San Liberato. Ivi giunti, attraverso strade e viottoli di montagna fianchegiati da tigli, ornelli, querce, aceri, lecci, ginepri e altra variegata stazione minore, vi troviamo sì e no posto per stare in piedi. Per dissetarsi, una minuscola vena d'acqua, la stessa di più di mille anni fa, gemica timidamente, per poi disperdersi fra le erbe e terpaia dell'orrido dirupo. L'incavo naturale della grotta, che si addentra per pochi metri nella roccia del monte Ragnolo, si staglia ad un quinto, circa, della misura metrica tra il fondo della valle dalla quale sovrasta per più di trecento metri con una verticalità variante tra il quinto e sesto grado e la vetta del Pizzo Meta, che le si eleva immediatamente di fronte e al di sopra di oltre i mille metri; misura, infatti, 1576 sul livello del mare. Sul fondo della valle, costituita da pareti rocciose, burroni e anfratti da fantasia dantesca, scorre il rio Terrò: è un fiumiciattolo stagionale che dalla grotta non si vede, ma si fa sentire per lo sciabordìo delle acque provenienti da una stretta gola ugualmente invisibile. Le acque, cadendo, creano, nella parte più alta e nascosta oltre la quale non si può andare una bianca e spumeggiante cascata che va ad alimentare il piccolo specchio d'acqua sottostante, e da qui parte il fiumiciattolo sopraddetto, ora visibile, nascosto tra i massi, ora completamente sotterraneo, per riapparire poi a qualche centinaio di metri a costituire il Tennàcola affluente del Tenna. Ulteriori Approfondimenti Pagina Luoghi di Culto....


Nelle Vicinanze - Chiesa e Monastero San Liberato (Loro Piceno)

L'eremo di Monte Santa Maria, di cui non conosciamo con esattezza le origini, doveva essere contemporaneo se non preesistente a quello di Soffiano e fu intelligentemente costruito vicino a, più sorgenti d'acqua e poco discosto dal sentiero che da Pian di Pieca, attraversando i caseggiati di San Cassiano e di Vallato di San Ginesio, saliva ai prati di Monte Ragnolo, per scendere poi a Bolognola, Visso e nelle vallate del Nera e del Tevere. Dalle popolazioni circostanti il sentiero era conosciuto come «via di Roma», e a pochi passi dall'eremo si divideva in direzione Monastero, piccolo gruppo montano di case, createsi nei pressi dell'abbazia di S. Maria dell'Isola. In questo eremo, come si è visto in precedenza, con intesa dei signori Brunforte, intorno agli anni 1260 furono trasferiti i pii resti dei beati Umile e Liberato. È da questo tempo che ha inizio la storia del nostro Santuario e del Santo fortunato che, quasi eclissando gli altri, gli ha dato il nome, san Liberato. II capitolo 47° dei Fioretti ha per titolo Di quello santo cui la Madre di Cristo apparve quando era infermo e gli reco vasetti di elettuario. Del «santo frate» di cui si parla in questo capitolo, frate Ugolino non fa, stranamente, il nome, né indica il casato e il natio. Il nome, lo confessa candidamente, lo ha proprio dimenticato: «...del suo nome non me ne ricordo più», scrive. Ulteriori Approfondimenti Pagina Luoghi di Culto....

 

ALTRI LUOGHI DI INTERESSE STORICO CULTURALE

Pinacoteca Comunale

La collezione della Pinacoteca di Sarnano, come la maggior parte delle raccolte civiche italiane, è costituita prevalentemente da opere pervenute al comune a seguito della soppressione degli ordini religiosi e del passaggio al demanio dei loro beni (1861). I dipinti, la cui datazione è compresa tra i secoli XV e XVIII, costituiscono infatti episodi importanti della storia artistica locale e marchigiana e provengono per la maggior parte dai conventi e dalle chiese cittadine. La fondazione ufficiale della Pinacoteca risale al 1872, con sede nella residenza municipale del Palazzo del Popolo, sulla Piazza alta presso la Collegiata di Santa Maria. Nel 1934 la piccola raccolta venne trasferita nell'ex convento di San Francesco, nuova sede della residenza municipale: le opere furono inizialmente depositate in una stanza in attesa della sistemazione degli ambienti destinati alla pinacoteca, ma anche in seguito furono soggette a diversi spostamenti all'interno dell'edificio con grave rischio per la loro conservazione. La situazione migliora sensibilmente con l'approvazione del Regolamento della Pinacoteca del 1969: al museo vengono assegnati alcuni locali al primo piano dell'ex convento francescano dove tra gli anni Settanta e Ottanta vengono realizzati i lavori strutturali e di impiantistica. Ulteriori Approfondimenti Pagina Pinacoteche....

 

Biblioteca Comunale

La biblioteca comunale di Sarnano,divenuta pubblica nel 1868, nasce come biblioteca francescana e affonda le sue origini nel 14° secolo, quando i minori conventuali in seguito alla distruzione del loro primitivo convento di Roccabruna (oggi Valcajano) si stabilirono entro la cinta muraria (1327-1329). Il patrimonio bibliografico dell´antica biblioteca francescana, di cultura prevalentemente filosofico-teologica, si andò arricchendo nel corso dei secoli grazie allo zelo di dotti e insigni religiosi; tra cui va citato il Cardinal Costanzo Torri (1529-1595) nativo di Sarnano e minorita conventuale, professore di metafisica e teologia nelle università di Perugina, Padova e Roma, al quale si deve probabilmente la raccolta di importanti codici filosofici e teologici medievali tutt´ora conservati nella Biblioteca, che oggi vanta un fondo antico di notevole importanza (grazie anche a vari interventi di restauro conservativo); numerosi sono i codici manoscritti del 14° a inizi sec. 15°, incunaboli e cinquecentine, tra i quali edizioni rare ed esemplari unici. Ulteriori Approfondimenti Pagina Biblioteche....

 

Museo dell'Avifauna 

Il museo ospita la collezione ornitologica formata a partire dalla metà degli anni Trenta dal Dottor Lorenzo Brancadori (1877-1963), botanico, ornitologo e esperto di imbalsamazione vissuto a lungo a Sarnano. Donata dagli eredi al Comune, la raccolta, pur avendo subito la perdita di molti rari esemplari a seguito dei numerosi spostamenti cui è stata soggetta, mantiene il pregio e la ricchezza (circa 700 esemplari) originari, presentando quasi tutte le specie dell'avifauna italiana ed europea, oltre a quelle ancora rinvenibili nell'area dei Monti Sibillini e dell'Appennino centrale. Sottoposta ad interventi di restauro, ordinata secondo criteri scientifici ed esposta in una sede appropriata, la collezione si offre oggi alla curiosità dei turisti come all'osservazione di studenti e ricercatori specialisti. La grande varietà della fauna ornitologica marchigiana è qui rappresentata da esemplari rappresentativi delle famiglie dei Rapaci diurni e notturni, dei Trampolieri, dei Palmipedi, dei Gallinacei, dei Colombi, dei Rampicanti e dei Passeracei. Della famiglia dei Rapaci diurni sono presenti l'Aquila reale, l'Aquila imperiale e l'Avvoltoio fulvo o Grifone; i grandi falchi come il Biancone, il Falco pescatore, l'Astore, il Falco pellegrino, la Poiana calzata, il Pecchiaiolo, il Nibbio; i piccoli falchi dalle Albanelle al Falco della Regina, dal Gheppio allo Sparviero. Ulteriori Approfondimenti Pagina Musei....

 

Museo dei Martelletti

Il Museo dei Martelli ha un'origine molto curiosa, strettamente legata alla curiosità di colui che nel 1993 donò la sua collezione al Comune di Sarnano: all'età di vent'anni Sergio Masini si trovò ad aver bisogno di un martello per aggiustare una sveglietta da comodino, entrato in una ferramenta per acquistarne uno, gli venne sottoposta una serie di cataloghi con una scelta infinita di esemplari dalle forme, funzioni e caratteristiche più diverse. Uscì dal negozio con un martelletto di 300 grammi pagato 2000 lire (il n. 1 dell'esposizione) e con lo stupore che un utensile tanto semplice avesse dato origine a tale varietà di oggetti. Da quel giorno decise di iniziare una raccolta personale, arricchita nel corso di trenta anni fino a circa 500 pezzi rappresentativi di oltre cento mestieri. Ciò fu possibile anche grazie ad un'altra grande passione di Sergio Masini, quella per i viaggi e la montagna, che lo spinse a visitare oltre 40 paesi dei cinque continenti in cui poté acquistare esemplari preziosi. La singolare collezione dunque comprende oggetti assai diversi per grandezza, peso, materiale ed epoca: tra i più antichi sono una mazza d'arme del XVI secolo, un mazzafrusto ottomano a ventotto punte del XVIII secolo e un martelletto inglese dell'Ottocento in cristallo di rocca e agata che serviva per stampare il sigillo sulla ceralacca. Ulteriori Approfondimenti Pagina Musei.... 

 

Museo delle Armi e della Caccia

Il Museo fu istituito dalla Amministrazione Comunale di Sarnano il 25 Febbraio 1987 in seguito all'acquisizione di un primo nucleo (460 pezzi) della raccolta del collezionista locale Mario Arrà. Incrementato nel 1993 con gli ultimi 57 esemplari della stessa raccolta e nuovamente nel 1995 con altre 323 armi destinate gratuitamente al Museo da parte del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, esso rappresenta un caso emblematico della attenzione per la conoscenza e la tutela di oggetti di "arte minore" o "applicata". Concepito come "museo scientifico" finalizzato a mostrare l'evoluzione delle armi dal punto di vista tecnico, storico e artistico, esso comprende nella sua denominazione anche la caccia, dal momento che ospita non solo esemplari militari ma anche civili, armi utilizzate soprattutto nell'esercizio venatorio, inteso sia come momento ludico e agonistico sia come attività quotidiana necessaria al sostentamento. La collezione comprende armi bianche, corte, lunghe ed in asta del XVI e XVII secolo, corazza a maglia di ferro, armi da fuoco ad avancarica, civili e militari con meccanismi a miccia, a ruota, a pietra focaia ed a luminello, con fucili e pistole di transizione, con i diversi sistemi a retrocarica, a spillo, percussione anulare, percussione centrale. Ulteriori Approfondimenti Pagina Musei....  

 

Mostra Permanente del Pittore Mario Gavasci

Mariano Gavasci, nato a Sarnano ha studiato a roma all'Accademia di Belle Arti. Egli esordì nel 1932 partecipando alle rassegne sindacali, alla Quadriennale d'anteguerra, alle mostre internazionali Coloniali di Roma e di Parigi. Nell'ultimo dopo guerra ha combinato la sua attività con la presenza in tutte le principali manifestazioni d'arte, tra cui le Quadriennali Romane, le mostre d'arte Sacra dell' Angelicum di Milano e di Roma (anno santo 1950) per invito. Alla I° e II° rassegna degli artisti Marchigiani a Roma (Palazzo delle Esposizioni). Ulteriori Approfondimenti Pagina Musei.... 

Inoltre le chiese distribuite nei dintorni ofrono allo sguardo opere di indiscusso valore artistico per la particolarità delle tele e degli affreschi di sacra ispirazione. Ovunque e' possibile ammirare la presenza di opere d'arte che raccontano la millenaria storia di questa interessante località turistica.

 

SPORT

La natura intatta e la straordinaria tranquillità dei Sibillini sono prerogative che Sarnano ha mantenuto: pascoli sterminati, l'aria frizzante dei monti, la flora e la fauna che solo l'Appennino offre con tanta varietà. Impervie cime, rossastre pareti di roccia, meravigliose valli, boschi di querce e faggi secolari, invitano ad escursioni interessanti tra acque limpide e freschissime di torrenti di montagna. Sarnano è dotata di una completa rete di itinerari escursionistici, tutti segnalati, sia su strada che su mappe e possono essere percorsi sia a piedi, sia a cavallo, sia in mountainbike. Stadio, campi da tennis, piscine, campi di bocce, minigolf, poligoni di tiro, laghetti per pesca sportiva, maneggi, palasport, palestre attrezzate e la prestigiosa scuola di volo libero "I Sibillini", completano la gamma delle strutture che Sarnano offre, adeguate alle moderne necessità e ad un nuovo modo di fare turismo.  

     

Lo Sci

Acqua è la stessa cosa che dire neve, e le stesse cime verdeggianti della stagione estiva si trasformano, quasi per incanto, in piste da sci i cui spazi assicurano una notevolissima ricettività. Sui Monti Sibillini la neve è a misura d'uo­mo e ciascuno può trovare la sua misura sui campi di Sassotetto e della Maddalena. Numerosi impianti di risalita assicurano agli appassionati dello sci vacanze eccezionali. La stagione degli sports invernali generalmente inizia con il 15 dicembre e termina il 31 marzo di ciascun anno. Salvo leggeri aggiustamenti di date per garantire le opportune concordanze con il calendario, le settimane bianche vengono orga­nizzate dal primo lunedì successivo alla festa dell'Epifania del 6 gennaio ed hanno termine con la prima domenica successiva al 31 di marzo. Il periodo dal 15 dicembre al 6 gennaio è considerato "alta stagione". Entrambe le località sciistiche sono attrezzate con qualificate scuole di sci. Lo sci nordico viene praticato nelle vicinanze, sui Piani di Ragnolo con scuola e piste omologate di diversa difficoltà e lunghezza.  

 

LE TERME

La fortuna di poter disporre di numerose sorgenti naturali di acque minerali di diversa natura, ha determinato le condizioni ottimali perché Sarnano si affermasse anche come Centro Termale, oggi, strutturalmente, forse il più attrezzato dell'inte­ra Regione Marche. Le efficacissime oligominerali delle sorgenti di S. Giacomo e Tre Santi e delle solfuree Terrò, Sassotetto e Borghetti, hanno ampiamente dimostrato di conseguire ottimi risultati nella azione di prevenzione, cura e riabilitazione di molte affezioni come;

 

 

  • la calcesi delle vie urinarie
  • l'uricemia
  • le malattie del ricambio
  • della colecisti e dell'intestino
  • l'orecchio, il naso e la bocca
  • le prime vie respiratorie ed i polmoni
  • le ossa e le articolazioni
  • la pelle
  • e l'apparato genitale femminile

Negli Stabilimenti Termali, attrezzati con modernissimi impianti, le prestazioni curative vengono effettuate sotto il costante con­trollo di medici qualificati. Inoltre le Cure Inalatone, le Cure Idropiniche, la Sordità Rinogena, la Balneoterapia (per le pato­logie dermatologiche e dell'apparato locomotore) e le cure ginecologiche sono convenzionate con il Servizio Sanitario Nazionale.

 

MANIFESTAZIONI  E RIEVOCAZIONI STORICHE 

Mostra Mercato Nazionale di Antiquariato e Artiginato Artistico

Nel corso dell'anno Sarnano ospita per due settimane,, la "Mostra Mercato Nazionale di Antiquariato e Artiginato Artistico" (inizio ultimo sabato di maggio), allestita lungo le sugge­stive vie ed i sontuosi palazzi del Centro Storico. La mostra si prefigge l'intento di stupire i visitatori con le forme artistiche più varie in uno scenario incantevole come le vie del centro storico del paese medievale, perfettamente conservato. La Mostra mercato nazionale dell’antiquariato è uno degli eventi più importanti e attesi di questo periodo dell’anno, proponendosi come rassegna di “tesori” d’arte di varie epoche e tipologie. Esistono molte altre mostre similari in giro per l’Italia, in special modo nei borghi medievali del centro Italia, ma sul genere della Mostra di Sarnano non ce ne sono. Infatti, normalmente esiste un edificio (usualmente storico) dove vengono concentrati gli espositori con la loro mercanzia. Nel caso di Sarnano non esiste solo un edificio, ma tutto il centro storico si anima nelle vecchie botteghe restaurate, in antiche cantine ed in edifici storici pieni di fascino ed accoglie numerosissimi espositori dall’Italia e dall’estero. Si balza indietro nel temp il centro storico ad anelli concentrici degradanti dalla piazza alta centrale (castrum) è da percorrere quasi interamente per godere di scorci memorabili per appassionati di fotografia e per individuare alcuni particolari davvero interessanti.

 

"Castrum Sarnani" Il Medio Evo che Ritorna  e i Tamburini del Serafino

Castrum Sarnani nasce dalla volontà di riportare l’antico Borgo al suo fascino originario attraverso la cultura, i sapori e le emozioni che hanno caratterizzato l’epoca medievale. Un vero e proprio salto nel passato attende visitatori e turisti, che possono attraversare il centro storico di Sarnano in compagnia di giullari, ballerini, dame e cavalieri. Le piazze e i vicoli prendono vita grazie a spettacoli di danza e di mangiafuoco, combattimenti di scherma antica, animazione con trampoli e giocoleria. Ancora oggi, la parte alta del paese conserva la storia di un Medioevo affascinante e il percorso proposto, dal loggiato di via Roma fino al maestoso Palazzo del Popolo e ritorno, offre la possibilità di rivivere da vicino il fascino di quell’epoca. La degustazione di piatti tipici medievali preparati da osterie e taverne, che servono l’ospite secondo le usanze di quei secoli, rendono l’atmosfera ancor più magica e suggestiva. Il visitatore diviene l’abitante di un piccolo villaggio Medioevale attraverso la conversione dell’euro con l’antica moneta coniata appositamente per l’occasione, il cambio del proprio vestito con un costume d’epoca realizzato artigianalmente e l’itinerario degli antichi mestieri. Una festa unica in un luogo unico, che ha il sapore d’altri tempi. Ulteriori Approfondimenti Pagina Rievocazioni Storiche....

 

Inoltre ulteriori manifestazioni sportive, spettacoli di diverso gene­re, concerti di musica classica e leggera, anche a carattere nazionale, si volgono, ogni anno, presso il Palazzetto dello Sport. 

 

PER INFORMAZIONI E VISITE GUIDATE 

 

Tramite l'Associazione Pro Sarnano, presso i locali della "Galleria il Loggiato" nel cuore del centro storico di Sarnano, e' possibile gratuitamente, realizzare mostre di pittura, fotografiche, di scultura ecc...Per approfondimenti contattare l'associazione.

 

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GUARDA I VIDEO

Sarnano


 

Rievocazione Storica

 

Vittore Crivelli a Sarnano

 

 

 


CASTRUM SARNANI

IL MEDIOEVO CHE RITORNA

DAL 10 AL 19 AGOSTO 2012


 


TERRITORIO E DINTORNI

 

STRUTTURE RICETTIVE

 

 

 

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