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Tipico borgo di stile medievale dell'entroterra marchigiano il centro storico di Montefiore si presenta oggi abbastanza ben conservato: sono rimasti notevoli tratti di cinta muraria muniti di porte e sei torrioni risalenti ai sec. XV e XVI. La visita offre al turista gradevoli scorci e preziose testimonianze del passato storico-artistico del paese. Dal Belvedere De Carolis, suggestivo terrazzo panoramico, attraverso la porta Aspromonte si accede al centro storico e si giunge nel cuore del paese, dominata dalla Collegiata di Santa Lucia.
Continuando la nostra passeggiata per il centro del paese è d'obbligo una tappa presso l'interessante Sala Adolfo De Carolis, suggestivo ambiente con soffitto a capriate ornato di eleganti monofore trecentesche trilobate. All'interno si possono ammirare i bozzetti ad olio su tela che il maestro preparò per eseguire gli affreschi della Sala dei Quattromila nel Palazzo del Podestà a Bologna; alcuni disegni a penna e a matita sanguigna e diverse xilografie originali, fra cui il famoso "Dantes Adriacus".
Da ricordare infine la Chiesa di San Filippo Neri che si trova poco fuori dal centro del paese: edificata sulla base di una piccola chiesa del 1573 detta santa Maria del Monte, venne ristrutturata alla fine del XVII secolo dalla congragazione dei Filippini che la dedicarono al loro fondatore.
Terminato il percorso storico artistico proponiamo al visitatore di dirigiersi verso il rigoglioso ed attrezzato Parco G. De Vecchis dove è possible fare uan rilassante sosta immersi nel verde respirando l'aria pura e salubre delle nostre colline.
STORIA, ARTE e CULTURA
Dalla Preistoria al XII sec.
Risulta sempre assai complicato risalire alle origini degli antichi paesi del Piceno, poiché nelle invasioni dei Barbari, nelle guerre civili, nelle invasioni soprattutto dei Goti, furono i più devastati, distrutti e crudelmente saccheggiati di ciò che vi era di più prezioso. Questi eventi sanguinosi e violenti infatti causarono ogni volta la distruzione della maggior parte dei documenti e degli archivi, ma ciò che ne rimane testimonia un illustre passato. Il territorio di Montefiore è stato interessato dalla presenza umana fin dalla Preistoria: numerose sono le testimonianze attraverso reperti silicei che vanno dal Paleolitico al Neolitico (dalle amigdale alle cuspidi di freccia). Anche l'età del bronzo è presente con ceramica grossolana ascrivibile al periodo XIV-X sec. a.C., ma la più cospicua testimonianza di un fitto insediamento, almeno tombale, di questo territorio è data dalla presenza di numerosi corredi dell'età del ferro (secc. IX-IV a.C.).
Attorno al centro storico attuale, assistiamo ad una distribuzione continua di tombe con successioni quindi cronologiche di materiali di ceramica, materiale in rame, bronzo e ferro.La presenza di tanti reperti dell'età del ferro inseriscono Montefiore in una rosa di località marchigiane con necropoli picene di rilevante importanza. E' senza dubbio da questa mentalità che il paese incomincia ad entrare in una prestigiosa dimensione culturale, che viene portata avanti, sviluppata e focalizzata ancor più con l'epoca romana. Rinvenimenti sporadici e casuali hanno rivelato la presenza nella zona di alcune villae romanae: una in contrada Coppiola, un'altra in contrada S.Giovanni a breve distanza verso nord-est dall'attuale Cimitero.
La presenza di una cisterna in opus coementicium in contrada Monte Gentile, farebbe pensare ad un altro insediamento rustico anche in quella località. Altre testimonianze di questo periodo potrebbero far presumere una attinenza dello stesso nome di Montefiore col culto della Dea Flora. Era questa una divinità adorata dai popoli italici prima ancora della conquista romana ed insieme ad altre divinità minori proteggevano la campagna e quelli che in essa operavano. Era la dea della primavera, dei fiori e anche della giovinezza. Le sue feste (floralia) si celebravano il 27 di aprile ed anche licenziosamente come tramanda Ovidio nel libro V dei Fasti.
Una delle prerogative che danno una peculiarità al paese in questo periodo storico è determinata dalla presenza di una contrada, non a caso chiamata "li Grotti", con testimonianze di necropoli romane del I e II sec d.C. attestata da grotte ad ogiva, con nicchiette-deposito di urne cinerarie. A tutt'oggi questa presenza è stata rinvenuta nel Piceno solo a Montefiore e Massignano e Campofilone. Indubbiamente nel caso del nostro Paese è questa la risposta di un notevole sviluppo della valle Menocchia, che, se nella sua sponda collinare di nord-est aveva la sua necropoli, altrove avrà avuto la presenza umana viva e lavorativa. Anche a Montefiore infatti al pari di altri paesi limitrofi, ha appartenuto come centuriazione all'Ager Cuprensis territorio di pertinenza della vicina Cupra romana.
Con l'avvento e la diffusione del Cristianesimo, soprattutto tra il III e V sec. d.C., Montefiore diventò sede di una Pieve dedicata alla martire siracusana S. Lucia, con giurisdizione su un territorio piuttosto vasto che si estendeva all'incirca dagli attuali confini con il Comune di Carassai fin quasi al mare. Abbiamo notizia dell'esistenza di questa Chiesa fin dal 1290 ma sicuramente l'edificio esisteva molto prima extra muras, da cui dipendevano altre cappelle S. Maria, S. Nicola, S. Pietro, S. Savino e S. Vitale. Sappiamo anche che in documenti del 23 maggio e 6 novembre 1413 il pievano fu autorizzato a vendere dei benefici per riedificare e trasferire entro l paese la Pieve, che oggi ha preso il nome di Pieve Nuova. Le prime invasioni barbariche (quella di Alarico del 410, degli Unni di Attila del 452 e dei Vandali di Genserico del 455) risparmiarono il Piceno, lontano dalle grandi vie di comunicazione della Penisola.
La Regione fu invece teatro di terribili distruzioni ed eccidi durante il periodo del conflitto scoppiato tra i Goti e i Bizantini (535-553): le campagne furono abbandonate al saccheggio, le donne di stirpe gotica deportate dai soldati come preda di guerra, uccisi vecchi e bambini. Per evidenti motivi di difesa si abbandonarono le antiche città romane di pianura e sull'alto delle colline cominciarono a formarsi villaggi fortificati (castra) che raccolsero le popolazioni dei coloni e dei servi della gleba dipendenti dalle ex ville romane e dalle "massae" gotiche che andavano sempre più assumendo la fisionomia delle successive, curtes, medioevali. In un documento medievale del 1178 vengono citati Montefiore e Aspramonte i due Castra si fusero in un unico centro nel punto dove ancora oggi sorge l'abitato, alla fine del XII secolo, quando si formò il libero Comune. Il nuovo insediamento, ebbe subito importanza notevole se si pensa che gli stessi francescani vi edificarono un complesso conventuale.
Dal XIII sec. ad Oggi
I secoli XIII e XVI furono abbondantemente segnati dalla presenza della figura del Cardinale Gentile Partino di Montefiore dell'Aso che ha lasciato al paese natio un monumento sepolcrale in marmo, datato 1310, dedicato ai suoi genitori. Inoltre fece erigere a sue spese due cappelle, una di fronte all'altra, dedicate a S. Martino e S. Ludovico nella chiesa inferiore della Basilica di Assisi. Secondo gli Statuti di Montefiore del 1569 la splendida chiesa dedicata a S. Francesco sarebbe ricca di tali pregi artistici proprio per volontà del Cardinale. Sappiamo dalle Constitutiones Aegidiane che intorno al 1357 Montefiore contava un centinaio di fuochi, circa un migliaio di persone. Era quindi considerata una piccola terra.
Nel 1387 i signori Partino, con l'appoggio dei ghibellini di Fermo, riuscirono a recuperare il pese che era nel frattempo caduto sotto l'influenza dei guelfi. Da questo momento i poi Montefiore comincia a roteare nell'ordita fermana che governava il Paese con un suo castellano ed un podesta nominato da Fermo. La seconda metà del '400 non segna solo un periodo di rilevanti mutamenti nel paese a livello politico, ma registra anche importanti trasformazioni dal punto di vista sociale in quanto alle vecchie famiglie dell'eta' comunale si sostituiscono numerose famiglie di immigrati, soprattutto dei paesi limitrofi. Nello stesso periodo assistiamo alla ufficilizzazione, con relativo riconoscimento con la bolla pontificia di Sisto V, datata 1478, della costruzione dell'Ospedale. La splendida pergamena originale viene custodita gelosamente in Comune.
Il secolo XV e' anche il momento di maggior fioritura artistica per il paese grazie alla presenza in loco di Carlo Crivelli e alla realizzazione, per l'altare maggiore della chiesa di S. Francesco, di un'opera che la critica considera il capolavoro del pittore veneto. L'accentramento politico e amministrativo dello Stato pontificio intervenuto nel corso del secolo XVI, si ripercuote all'interno della vecchia struttura comunale del pese producendo una acquiescenza al potere centrale e una radicalizzazione delle differenze sociali. Nel corso dei secoli XVII e XVIII si può dire che la vita politica del Comune è gestita da una classe chiusa, formata da nobili e da grossi proprietari terrieri, dalle cui fila provenivano gli individui che ricoprivano le varie cariche pubbliche. E' il periodo della maggior floridezza di alcune celebri famiglie: gli Egidi, i Barlocchi, i Caffarini, i Rossi, I Luzi, i Vitali, i Farsinelli, i Pacetti, i Pelagallo, gli Scrilli, i Lauri, a cui si aggiungeranno i Montani intorno alla fine del 1700.
Con l'avvento dell'unificazione d'Italia non mutano le strutture politiche e sociali, in quanto la classe dei signori dirigerà il paese fino all'avvento del secondo conflitto mondiale. In questo periodo si ebbe tuttavia un rinnovamento totale della vita paesana e diverse opere a carattere sociale arricchirono il paese. L'Ospedale che funziona già dal '400 cominciò ad avere una importanza maggiore quando fu utilizzato l'ex Convento dei Filippini che nel frattempo avevano abbandonato Montefiore. L'istruzione era stata tenuta in grande considerazione infatti esisteva una scuola di grammatica latina da tempo immemorabile la quale fu trasformata nel 1860 in una scuola per i giovani dui Montefiore.
L' 8 aprile 1879 il Consiglio Comunale stabilì che venissero istruiti i giovani, anche quelli di campagna, facendo funzionare la scuola a doppio turno. Nel 1878 fu addirittura istituito una asilo per l'infanzia intitolato a Margherita d'Aosta. Il 26 febbraio 1887 si deliberò di istituire la scuola elementare di grado superiore.
E' appena il caso di ricordare che la munifica figura del Sindaco Luigi De Vecchis aveva fatto sviluppare nel frattempo, Montefiore con un impianto di acqua potabile prelevandola dalla Valle dell'Aso tramite un'ardita opera di ingegneria idroelettrica.
Nello stesso periodo il Comune fu dotato di un impianto elettrico autonomo, risultando, all'epoca, uno dei pochi in Italia.
LUOGHI DI CULTO
Collegiata di Santa Lucia
La chiesa di Santa Lucia con il titolo di Pievania, affonda le sue radici nel periodo tra il III ed il V secolo, durante i quali si diffonde il Cristianesimo nella zona, poiché in detti secoli, Montefiore ed Aspramonte, che già dai tempi piceni, come risulta da numerosi reperti archeologici, si presentavano con un rispettabile insediamento piceno, diventando sede di una Pieve dedicata alla martire siracusana S. Lucia. Si trattava di una Chiesa battesimale che aveva giurisdizione su un territorio piuttosto vasto che si estendeva dagli attuali confini di Carassai, dove confinava con la Pieve di S. Eusebio, fin quasi al mare, dove si incontrava con il territorio della giurisdizione della Pieve di S. Basso di Cupra Marittima. Ulteriori Approfondimenti....
Chiesa di San Francesco
I primi "luoghi" francescani nella Provincia d'Ascoli furono numerosi e diversamente dislocati nel territorio. E' ormai cosa certa il viaggio dello stesso S. Francesco ad Ascoli intorno all'anno 1215 e sicuramente la sua opera ed esempio determinò la nascita di diverse famiglie francescane. I primissimi Conventi sono quelli di Campoparignano, Offida, Castignano, Poggio Canoso, Venarotta, Montalto, Amandola e Fermo. Per certo sappiamo che intorno alla metà del 1200 anche a Montefiore esisteva una famiglia francescana ; la Bolla di Innocenzo IV del 17 giugno 1247 ricorda che la Chiesa fu edificata con le elemosine raccolte dagli stessi frati. Il De Minicis, storico fermano, riferisce che su una pietra esistente sul lato verso il Chiostro si leggeva:
"URBANUS PAPA IV BENEDIXIT ANNO DOMINI MCCLXIV" (1264). Ulteriori Approfondimenti....
Chiesa San Filippo
Intorno all'anno 1573 fu iniziata la costruzione di una piccola Chiesa a sud-est del Paese, fuori le mura cittadine e fu chiamata Santa Maria del Monte. La costruzione andò avanti per diversi anni, terminando intorno al 1605. Vicino a questa, la Congregazione Religiosa dei Silvestrini edificò una Casa Monastica, dove si stabilirono i monaci seguaci di S. Silvestro Guzzolini che, sulla base della regola benedettina, aveva fondato questo nuovo rodine religioso nel 1231 a Montefano, vicino a Fabriano. In questa Chiesa il 1 settembre del 1646 prendeva i voti il figlio di una delle più nobili e importanti famiglie montefiorane : Leonardo Pelegallo.
In futuro questo doveva avere molta importanza nelle vicende del suo ordine, durante la tentata unione con quello Vallambrosiano. Il monastero silvestrino fu soppresso insieme ad altri dal Papa Innocenzo X il 4 aprile del 1653. Ulteriori Approfondimenti....
Chiesa Santa Maria della Fede
Da alcune note storiche che risalgono al XVIII secolo ed in possesso della ormai estinta famiglia Pacetti, si dice testualmente:
"Fuori del Paese, a ponente vi è una Chiesa detta Madonna della Fede in distanza un miglio circa e mezzo, la cui nomenclatura ci fa capire che ivi i Fermani ed Ascolani tra loro nemici, formassero la pace, nel darsi tra loro la mano in segno della data fede ed ora osservansi ancora due mani congiunte sopra l'altare della S.S. Vergine miracolosissima verso cui il paese mostra singolare devozione. Ivi era l'immagine della S. Vergine dipinta sul muro in un nicchio ed in vista di tale accaduto fu eretto il Tempio successivamente come risulta dalla licenza concessa alla Comunità del Vescovo di Fermo nell'anno 1421 e di ciò osservasi una lapide ove è scolpito in rilievo lo stemma della Comunità...." Ulteriori Approfondimenti
Chiesa Corpus Domini
Il primo monastero delle Domenicane, fondato dalla Venerabile Sr. Maria Giacinti Bassi il 15 novembre 1695, sorse per volere dei Cittadini al centro del paese, grazie anche alla generosa donazione dell’abitazione del montefiorano dott. Maurizio Maurizi. Il complesso fu completato dalla chiesa romanica di S. Maria, dono alle Suore del Municipio di Montefiore. Divenuto insufficiente per il gran numero di vocazioni che fiorivano fu abbandonato per una nuova sede più ampia e funzionale, in grado di ospitare suore, probande e educande, costruita tra il 1839 ed il 1845. Ulteriori Approfondimenti....
Chiesa Santa Maria delle Grazie
Ad un chilometro dal Paese, lungo la strada provinciale Montevarmine che conduce a Carassai, sorge una chiesina che pietà popolare tiene in gran conto. Si tratta della Chiesa rurale di Santa Maria delle Grazie, più comunemente chiamata "La Madonnetta". Nel passato era nata anche con il nome della Madonna dei Cocomeri. Venne Costruita nell'anno 1646 con pubbliche elemosine, su iniziativa della signora Lucrezia Caffarini. Nel 1717 i fedeli della zona fecero ampliare la costruzione con l'aggiunta di un prolungamento che funge da portico. Ulteriori Approfondimenti....
Chiesa San Giovanni
Come già per la Chiesa di Santa Maria della Fede, gli Statuti Comunali del 1569 ordinavano tassativamente una procedura a cui autorità e popolo, dovevano sottostare nella ricorrenza dell'Ascensione, così come anche per la Chiesa di San Giovanni gli stessi, al libro I, IV rubrica, stabiliscono:
"... Ugualmente in tutto e per tutto stabiliamo che debba osservarsi nella festa della Natività di S. Giovanni Battista del mese di giugno. Nel qual giorno i detti Podestà e Priori e ufficiali e salariati del nostro comune con tutti i conciliari predetti e gli altri uomini e persone della detta terra sian tenuti e debbano con i chierici e gli altri sacerdoti accedere in solenne processione alla Chiesa di San Giovanni ed ivi ai divini uffici da celebrare : assistere come sopra, e ritornare processionalmente insieme con i predetti e sotto le dette pene da esigere some sopra...".
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INFO e CONTATTI
Comune
Per informazioni e visite guidate contattare anche l'Associazione Culturale:
Montefiore Dell'Aso anche nella pagina Facebook di AvventuraMarche
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Infiorata 2010
PROSSIMO EVENTO
MOSTRA “MEMORIE DI CARTA”
Rimarrà aperta fino al 6 gennaio la mostra allestita al Museo De Carolis
Il Museo De Carolis a Montefiore dell’Aso ospiterà fino al 6 gennaio la mostra “Memorie di Carta” curata dal dott. Marco di Marco in occasione dell’inaugurazione dell’archivio storico comunale. Il progetto della scuola Talamonti degli anni Trenta, lo statuto comunale del 1569, atti di nascita, dichiarazione di non appartenenza alla razza ebraica, curiosità e molto altro sarà possibile vedere nelle teche allestite all’interno del museo. È possibile visitare la mostra durante gli orari di apertura del Polo Museale.
Nel mese di novembre sabato e domenica 10-13 e 15,30-18,30.
Per conoscere gli orari di dicembre e per informazioni è possibile contattare il book shop del Polo Museale allo 0734 938743
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