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Visita al Centro Storico e ai Musei di Monsampolo

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PASSEGGIATA PER IL CENTRO STORICO E VISITA AI MUSEI

Centro Storico 

Monsampolo è un tipico esempio di borgo fortificato che ancora conserva l’impianto che gli diede il Comune tra il XIV e il XV secolo. L’aggregazione edilizia del borgo sorse spontaneamente in un pianoro al di fuori della cerchia muraria del “Castello Antico”, in corrispondenza della “Porta Vecchia” e sul ciglio della strada principale. L’impianto del borgo è un mosaico di vie, rue, archi, icone ed edifici. In origine le torri avevano soppalchi di legno ed erano aperte nella gola. Solo più tardi, con la crescita castellana, l’autorità comunale avrebbe alienato ai cittadini le mura di cinta ed i torrioni rompitratta riservandosi il diritto di utilizzarli nel parapetto merlato, nel curriturum e nelle camere di manovra delle artiglierie. I torrioni servivano per le sentinelle armate di archibugi a ruota. La porta da monte - detta Maggiore in relazione al suo grande arco ottenuto mediante la dilatazione dell’ingresso originario. I torrioni rompitratta posti lungo la camminata sotto le mura sono facilmente individuabili. Alla base del torrione meglio conservato, si possono ancora osservare le bombardiere riconoscibili dal foro circolare acconciato con laterizi disposti a raggiera.

 

Museo Civico - Convento S. Francesco 

Il museo è ospitato in alcune sale del piano terra dell’ex Convento di San Francesco, di proprietà del Comune di Monsampolo del Tronto: Due sono le sezioni che caratterizzano il Muse quella di “Arte sacra”, rappresentata dagli affreschi del chiostro e dell’ex refettorio, oltre a dipinti, pale d’altare e sculture provenienti in parte dall’attigua chiesa del SS. Crocifisso (demolita nel 1965) ed in parte da altre chiese del paese; e quella della “Biblioteca Tomistica” di Sant’Alessio, dove, in alcune bacheche, sono esposti incunaboli e volumi rari provenienti, appunto, dalla Biblioteca tomistica di Sant’Alessio fondata da Giovan Battista Corradi nel secolo XVII. Diversi sono i temi trattati: medicina, astronomia, diritto, letteratura, religione, filosofia, retorica,archeologia, didattica…

 
Museo della Cripta
 
Sono stati portati alla luce oltre 20 corpi umani mummificati. In maggioranza si tratta di mummie “naturali” cioè di resti conservatisi per un processo spontaneo di mummificazione; tra queste è stato osservato anche un caso di mummificazione antropogenica ottenuta attraverso un procedimento chirurgico di eviscerazione. Le condizioni climatico-ambientali hanno eccezionalmente permesso di conservare i corpi, ma anche gli abiti realizzati con fibra vegetale. L’esame delle vesti ha messo in evidenza, oltre alla varietà delle fogge riconducibili ad un ceto popolare del Piceno, lo straordinario stato di conservazione delle fibre tessili, canapa, lino e ginestra, solitamente sottoposte a completo disfacimento; gli abiti realizzati con tali fibre erano propri di gente povera, contadina, che non aveva possibilità di vestire capi in fibre pregiate quali lana e seta che, al contrario, solitamente si conservano. Tra i pezzi ritrovati: abiti femminili, gilet maschili, calze, cuffie, camicie. Sono tutti molto rappezzati, ma allo stesso tempo ricchi di particolari come bottoncini, preziosi merletti e ricami, segno che i corpi sono stati seppelliti con le vesti povere ma migliori, quelle della festa. I corpi sono stati ricomposti negli ambienti ove sono stati trovati, nella cappella della “Buona Morte” e nell’attigua cripta. In questi suggestivi spazi è stato allestito il racconto del rinvenimento e degli studi e si può osservare oltre ai corpi mummificati, gli abiti, i tessuti, i rosari, le medaglie, gli anelli e tutti gli oggetti rinvenuti durante lo scavo archeologico. APERTURA 15 GIUGNO 2013

 

Percorsi Ipogei del Castello

Centoventi metri di camminamenti ipogei percorribili, situati sotto il colle di Terra Vecchia. Il percorso ha l’ingresso in via del Castello, nell’edificio che ricorda la forma di un’antica Torre quadrangolare. All’ingresso vi è un grosso ambiente rettangolare in mattoni provvisto di volte a crociera che si collega, tramite un corridoiovoltato con pavimento in acciottolato ed interessato lungo la parete est da nicchie, ad un altro ambiente situato proprio sotto palazzo Guiderocchi, anch’esso caratterizzato da volte a botte e da due fosse circolari scavate nel terreno interpretabili come silos o granai. In questo primo percorso siamo nelle cantine di Palazzo Guiderocchi. Nei riempimenti dei butti, provenienti da due grosse aperture rintracciate in corrispondenza delle pavimentazioni del pian terreno dei Palazzi, sono stati trovati soprattutto frammenti di ceramica da mensa tra cui sono riconoscibili: maioliche policrome, maioliche bianche, invetriate, graffite ingubbiate policrome e ceramica priva di rivestimenti riconducibili ad un arco di tempo compreso tra il XV secolo e il XIX. Tra le tipologie sono presenti catini, boccali, ollette, scodelle, piatti, coperchi, pentole, tazzine che si riferiscono per lo più a ceramica da mensa e da conserva. Manufatti che servivano per lo più ad apparecchiare le tavole delle famiglie Guiderocchi, Malaspina. Tra le decorazioni rintracciate nelle ceramiche quelle più presenti sono senza dubbio le floreali, anche se non mancano quelle zoomorfe di cui il piatto con l’uccellino e i limoni è un bel esempio, presenti anche frammenti con parti di stemmi e un frammento di piatto con un tratto della capigliatura di una figura femminile. Nel butto del palazzo Guiderocchi è stata rintracciata un’ olletta in maiolica bianca con la data 1629 dipinta in marrone, appartenuta con molta probabilità ad Aurelia Guiderocchi che lì visse fino alla morte avvenuta nel 1633. La discarica di Palazzo Guiderocchi copriva due strutture in mattoni, oggi visibili lungo il percorso, delle scale in cotto di forma semicircolare e un piccolo focolare. La presenza di queste scale avvalora ancora di più l’ipotesi dell’utilizzo del camminamento sotterraneo come via di fuga che permetteva di sparire, all’occorrenza, dai passaggi segreti del Palazzo. Le scalette inoltre permettevano l’ingresso attraverso un corridoio con volta a sesto acuto in altri ambienti identificabili come cantine, anch’esse recuperate e oggetto del presente itinerario adibite a spazi espositivi in cui verranno esposti gli oggetti rinvenuti nel ripristino dei due particolari percorsi sotterranei.    

 

Chiesa Maria Ss. Assunta

I maestri lombardi Giovanni di Andrea e Donato di Alessandro furono incaricati, nel 1572, dal Comune della fabbrica della nova Ecclesia. La Chiesa fu ultimata nel 1577, come attesta la data commemorativa posta sull’architrave del portale principale. La chiesa fu sopraelevata e dopo l’invasione napoleonica del 1798-99 ebbero, inizio gli ultimi lavori di restauro e ampliamento e la costruzione del maestoso campanile che portarono alla configurazione attuale. La chiesa di Maria SS. Assunta si connota e spicca proprio per l’unità cronologica e stilistica del suo arredo, tutto di questa età, fra ‘500 e ‘600, all’interno sono visibili i segni del barocco sia sugli altari che sugli stucchi. Di fianco all’altare maggiore è posto un crocifisso ligneo policromo del sec. XV-XVI; dietro la mensa sono collocati un tabernacolo ligneo dorato “M. R. PRIO” datato 1628-1632 ed attribuibile a A. Evangelisti ambito di D. Bonfini e una pala d’altare, raffigurante: l’ “Ultima Cena” di P. Gaia, 1596; gli altari laterali sono adornati dalle seguenti pale la “Regina Sanctorium Omnium” dei fratelli G. B. e F. Ragazzini da Ravenna, 1583; la “Deposizione” di A.Vitali, allievo del Barocci ( sec. XVI-XVII ); la “Circoncisione” di P. Gaia, 1616. Sull’altare della Deposizione è custodita, una pietà lignea, (fine sec. XV). Menzione particolare merita la “croce astile” in argento del sec. XVI con applicate due superbe piccole sculture di recente attribuite a Pietro Vannini (sec.XV). A tanta floridezza artistica contribuì certamente l’anomala posizione civile ed ecclesiastica in cui Monsampolo si venne a trovare. Questa particolare situazione fu molto utile a diversi vescovi di Teramo che utilizzarono il paese come luogo di rifugio in caso di difficoltà con la corte di Napoli, come nel caso di Mons. F. Monti nel 1669, o con il Capitolo di Teramo, come nel caso di Mons. L. Cassiani che dal 1770 al 1785 governò la diocesi da Monsampolo. Dal 1965 la parrocchia è passata alla Diocesi di Ascoli P.

 

"SEGNI DELLA PASSIONE" ITINERARIO TRA LE OPERE D'ARTE DEL MUSEO CIVICO E DELLE CHIESE 

Ex Convento di S. Francesco Sede del Museo Civico

In località Cona di Puccio, dove già preesisteva una piccola chiesa con l’icona della Crocifissione (sec XIV-XV), dove un piccolo nucleo di frati minori si erano stanziati venne iniziata, sul finire del ‘500, la costruzione della Chiesa del SS. Crocifisso e dell’annesso Convento di San Francesco. La fabbrica del Convento fu caratterizzata da molteplici controversie tra i Frati minori Osservanti dell’ordine di S. Francesco e il Municipio di Monsampolo del Tronto. I lavori che durano per più di un decennio portano alla realizzazione di un complesso architettonico cosi strutturato: una grande chiesa dedicata al SS. Crocifisso con attiguo convento costruito su due piani, con annesso chiostro tutto affrescato, esternamente degli orti. Nel corso del tempo il complesso monastico diviene oggetto di cambiamenti d’uso. Nel 1866 in base alla legge di generale soppressione emanata dal Parlamento Italiano i frati sono costretti ad abbandonare il Convento, che viene in seguito destinato a sede della Reale Caserma dei Carabinieri. Dopo la seconda guerra mondiale alcuni interventi soprattutto per l’uso scolastico interessano le strutture del Convento ma è con la distruzione della Chiesa del SS. Crocifisso avvenuta negli anni ’60 che il complesso architettonico subisce sostanziali modifiche. Risulta irrimediabilmente compromessa la parte più significativa della facciata. Negli anni ’80 è stato restaurato l’ex Convento, attualmente sede del Museo Civico. Il chiostro è caratterizzato da un elegante pozzo in travertino a pianta ottagonale e conserva intatta una cisterna interrata.

 

Abazia di S. Benedetto in Tronto

Antico centro di cultura, operosità, carità e spiritualità benedettina penetrata nella bassa valle del Tronto, il monastero di S. Benedetto conserva elementi architettonici che datano la sua fondazione all’Altomedioevo (VIII-IX secolo).La tradizione e i documenti vogliono questo antichissimo monumento opera dei cenobiti di Monte Cassino e, in effetti, la storia iniziale ci parla di forti legami con l’abbazia di Montecassino che lasciò un’impronta indelebile nella XIII formella della porta basilicale, fatta fondere nel secolo XI dall’abate Desideri S[anctus] BEN[edictus] I[n] TR[u]NTO CUM CELLA S[anctae] MARGHARITAE. Le celle erano organismi religiosi formati da una chiesa e da alcune proprietà rurali dipendenti da un centro maggiore Nel 1484 vi si fecero compiere importanti lavori di restauro nell’unica navata dell’antica chiesa abbaziale, la quale assunse il doppio titolo SS. Benedetto e Mauro in relazione al culto che nel frattempo si era sviluppato nei confronti di S. Mauro, primo discepolo di S. Benedetto, venerato dai pellegrini come protettore dall’epilessia. Nelle ricorrenze patronali suggestiva era la scenografia del “ponte” realizzata allineando dei carri agricoli, dalle grandi ruote decorate, sul Tronto per favorire il transito ai numerosi fedeli abruzzesi. Unica manifestazione di religiosità e devozione popolare ancora praticata nel Santuario è il tradizionale triplice giro in cripta toccando le sacre pietre cenobitiche. 

 

Chiesa della Madonna Addolorata

A pochi metri dalla piazza, all’inizio di C.so Vittorio Emanuele III, è ubicata la piccola chiesa della Confraternita dell’Addolorata, la data di edificazione non è certa, unico riferimento è un’iscrizione sulla parete esterna in via Balestra che riporta "Pro Soc.te Dol. VII Annum Pose Jubilei 1751 – D. Leonardus Binni fecit ….." Al suo interno si conservano un interessante dipinto raffigurante la "Deposizione di Cristo” del sec. XVI ed interessanti opere di artisti contemporanei tra cui A.Sergiacomi, C.Marchetti, U. Ferretti. 

 

 

 

  PER APPROFONDIMENTI VEDI ANCHE PAGINA PRESENTAZIONE MONSAMPOLO

 

 

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