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Nicola Gaetani Tamburini

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Nicola Gaetani Tamburini nacque il 5 aprile 1820 a Monsampolo del Tronto. Studiò prima a Fermo poi a Teramo sotto l’occhio vigile dello zio, arcidiacono e canonico del capitolato diocesano abruzzese, infine a Macerata e a Roma dove si laureò con un lavoro sulla concezione politica di Dante Alighieri. Le sue doti letterarie cominciarono presto ad essere apprezzate, come attesta la fitta corrispondenza con i maggiori critici e scrittori dell’epoca, dal De Sanctis al Capponi, dal Tommaseo al Gioberti, dal Mercantini al Mariani. Parallelamente agli studi danteschi, maturò, all’interno del delicato periodo storico dei moti liberali del 1848-49, la sua idea politica sintetizzabile in una “mistura di Dante e Mazzini”. E pur non partecipando attivamente ai moti, la diffusione delle sue idee ne fece subito un “sorvegliato politico” sia dalla polizia pontificia che da quella borbonica. Fu a cavallo del confine rappresentato dal fiume Tronto che, infatti, il Tamburini e altri giovani dalle medesime aspirazioni iniziarono quella fitta corrispondenza all’origine ell’Apostolato Dantesco, Società Scientifica letteraria, sodalizio di menti che nel nome di Dante cercava con tutto l'ardore di portare il loro contributo al processo risorgimentale. Nel 1860, quando il generale francese Lamoricier sconfisse le truppe pontificie a Castelfidardo, Ascoli fu tra le prime città marchigiane ad insorgere e a portare alla liberazione i numerosi prigionieri politici del forte Malatesta, tra cui il Gaetani Tamburini.

Quest’ultimo stava scontando la pena per avere contribuito alla diffusione di idee liberali attraverso l’Apostolato. Fu liberato dal popolo il 19 settembre 1860, partecipò all’insurrezione delle Marche e, come uno dei membri della Giunta provvisoria del Governo, ebbe il supremo conforto di proclamare l’annessione alla Monarchia costituzionale di Casa Savoia. Il regio Commissario generale, Lorenzo Valerio, dopo averlo chiamato in Ancona per avvalersi della sua opera e dei suoi consigli, lo nominò Provveditore agli studi di Ascoli, dove fu il primo a fondare scuole e istituti educativi sotto il libero regime. Arrivato a Brescia nel 1863, fu Preside del Liceo di Brescia. Il 27 luglio 1863 veniva nominato socio dell’Ateneo di Brescia dove vi tenne numerose comunicazioni. Nei suoi numerosi scritti parlò molto di scuola, aveva un’idea altissima dello studio come preparazione alla vita e per questo lo considerava uno strumento essenziale alla formazione intellettuale del singolo e alla formazione civile della società.

 

   VI INVITIAMO A VISITARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DI MONSAMPOLO 

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