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Sono stati portati alla luce oltre 20 corpi umani mummificati. In maggioranza si tratta di mummie “naturali” cioè di resti conservatisi per un processo spontaneo di mummificazione; tra queste è stato osservato anche un caso di mummificazione antropogenica ottenuta attraverso un procedimento chirurgico di eviscerazione. Le condizioni climatico-ambientali hanno eccezionalmente permesso di conservare i corpi, ma anche gli abiti realizzati con fibra vegetale. L’esame delle vesti ha messo in evidenza, oltre alla varietà delle fogge riconducibili ad un ceto popolare del Piceno, lo straordinario stato di conservazione delle fibre tessili, canapa, lino e ginestra, solitamente sottoposte a completo disfacimento; gli abiti realizzati con tali fibre erano propri di gente povera, contadina, che non aveva possibilità di vestire capi in fibre pregiate quali lana e seta che, al contrario, solitamente si conservano. Tra i pezzi ritrovati: abiti femminili, gilet maschili, calze, cuffie, camicie. Sono tutti molto rappezzati, ma allo stesso tempo ricchi di particolari come bottoncini, preziosi merletti e ricami, segno che i corpi sono stati seppelliti con le vesti povere ma migliori, quelle della festa. I corpi sono stati ricomposti negli ambienti ove sono stati trovati, nella cappella della “Buona Morte” e nell’attigua cripta. In questi suggestivi spazi è stato allestito il racconto del rinvenimento e degli studi e si può osservare oltre ai corpi mummificati, gli abiti, i tessuti, i rosari, le medaglie, gli anelli e tutti gli oggetti rinvenuti durante lo scavo archeologico.
VI INVITIAMO A VISITARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DEL COMUNE DI MONSAMPOLO
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