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Il primo conventino, composto di pochi e stretti locali, fu eretto nel 1449 con la bolla di Papa Nicolò V, emanata il 22 agosto di quell’anno e ottenuta da San Giacomo. A nord del conventino fu edificato anche la chiesa che il santo volle dedicare alla Madonna delle Grazie . Di quel primitivo complesso rimangono poche tracce incorporate nel muro meridionale della chiesa. Intorno alla metà del sec.. XVI sorse l’attuale chiesa e, a nord del tempio, l’attuale convento limitatamente al quadrilatero del chiostro e al primo piano. Nel 1712 è stata riedificata l’abside, prolungando la zona del coro; lo steso anno è stata rifatta la torre campanara. Tra il 1737 e il 1739 veniva riedificata la facciata della chiesa e sopraelevata tutta la volta. Da allora la chiesa non ha subito sostanziali trasformazioni. Più marcati sono stati i restauri e gli ampliamenti nella struttura conventuale intorno al 1760 e lungo il corso del secolo XX. Sulla destra di chi entra in chiesa si trova il Museo sistino “San Giacomo” . Era l’antica cappella di San Giacomo costruita in onore del Santo nel 1543 a spese del popolo e del Municipio di Monteprandone. Sulle parete vi sono i preziosi dipinti di Cesare Peruzziche ritraggono alcuni episodi di vita del Santo. Tali dipinti vennero eseguiti in occasione del secondo centenario della canonizzazione del Santo.
Sempre sulla destra troviamo la Cappella della Madonna delle Grazie in cui è conservato il quadro della Vergine donato al Santo dal cardinale Francesco della Rovere nel 1468. L’immagine è una terracotta policroma ed è un prodotto di scuola toscana. Sulle pareti della cappella osserviamo le pitture a tempra di Arturo Cicchi. Procedendo sempre sul lato destro vi è la Cappella di San Giacomo. Sotto l’altare in travertino vi sono le venerate spoglie mortali di San Giacomo della Marca: è il corpo incorrotto del Santo che dopo ben 525 anni è tornato da Napoli a Monteprandone, sua terra natale. Ponendosi al centro della chiesa oltre ad ammirare l’artistico tabernacolo in legno si possono osservare tre pezzi artistici di particolare pregi Il Crocefisso ligneo attribuito a Cola dell’Amatrice, la Madonna e San Giovanni evangelista, quali tavole sagomatee dipinte da Vincenzo Pagani nel 1540. In basso cìè il coro ligneo del 1721 proveniente dall’ ex chiesa degli Osservanti di Fermo. L’altare maggiore è costituito da un vecchio pulpito del 1700, in legno massello e radica di noce ivi collocato nel 1992.
San Giacomo della Marca
Domenico nasce a Monteprandone la prima domenica di settembre dell’anno 1393, figlio di Antonia e Antonio Gangale. Fin da fanciullo manifesta una spiccata propensione allo studio tanto che uno zio prete di Offida lo prese con sé e gli garantì un’istruzione. Domenico si laureò in legge a Perugia, esercitò l’ufficio di notaio a Firenze e quello di giudice a Bibbiena, fino a quando il 25 luglio 1416, festa di S. Giacomo apostolo, decise di vestire l’abito francescano assumendo il nome di Giacomo della Marca. In qualità di uomo di legge, predicatore e pacificatore, venne chiamato in numerose corti italiane ed europee per dirimere questioni politiche, religiose, diplomatiche e civili. Si batté contro l’usura istituendo i Monti di Pietà, contro la prostituzione riscattando numerose donne, contro le tante sette eretiche che proprio in quegli anni si andavano formando, contro la magia e la superstizione. Fu nunzio e legato di numerosi Papi e amico di potenti signori quali gli Sforza, i Malatesta, i Montefeltro. Alla fine del suo lungo peregrinare, durato 40 anni, fu chiamato a Napoli dal Re Ferdinando I d’Aragona e proprio nella città partenopea morì il 28 novembre 1476. Beatificato il 16 agosto 1624 da Papa Urbano VIII, fu proclamato Santo il 10 dicembre 1726 da Papa Benedetto XIII.
Museo dei Codici di San Giacomo della Marca
San Giacomo istituì nel convento di Santa Maria delle Grazie una ricca biblioteca per l’istruzione dei religiosi aperta anche a quanti avessero la passione nello studio. Il primo nucleo della biblioteca era composto dai personali libri di studio del Sant testi giuridici, di filosofia, teologia, patristica e letteratura. Anno dopo anno la biblioteca si arricchì di nuovi testi fino a raggiungere la considerevole cifra di 800 volumi. San Giacomo era particolarmente attento alla sua biblioteca tanto che, nel 1462, chiese ed ottenne dal Papa Pio II una bolla con cui si comminava la scomunica a quanti danneggiassero o rubassero i volumi. Nonostante la sanzione, a partire dal XVIII secolo iniziò un periodo di abbandono, incuria, dispersione e furti che sottrassero alla biblioteca la maggior parte dei codici. I 62 volumi superstiti sono conservati nel Museo Civico dei Codici di San Giacomo a Monteprandone in via Corso. Sono codici manoscritti in latino e volgare impreziositi da meravigliose miniature e datati dal XIII al XV secolo. Di particolare interesse sono i 4 codici autografi e la lettera che San Giacomo scrisse a San Giovanni da Capestrano, suo amico e confratello. Sono altresì presenti all’interno del museo due antiche mappe di Monteprandone ed una moneta coniata da Carlo II Gonzaga-Nevers nel 1652 per celebrare la nascita del figlio Ferdinando Carlo. La moglie, Clara d’Asburgo, non potendo avere figli, invocò l’intercessione del beato Giacomo della Marca, sin dall’epoca molto venerato a e attuale compatrono di Mantova.
Presso il chiostro del convento è allestito anche il museo di arte sacra, "Rete Musei Sistini del Piceno". Vai alla pagina museo....
VI INVITIAMO A VISITARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DEL COMUNE DI MONTEPRANDONE
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