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La Chiesa di S. Caterina d'Alessandria d'Egitto del 1831, progettata da Pietro Maggi, in stile neoclassico, con Opere di Giuseppe e Pier Leone Ghezzi, conserva un vero tesoro: l’Organo Barocco a due tastiere, unico in Europa per antichità, grandezza e sonorità, con le tre stratificazioni dei secoli XVII° ,XVIII° , XIX°. Chiesa Matrice, esistente nel catasto ascolano del 1381 come “Ecclesia Sancta Catarina into Castrum”, demolita nel 1818 e riaperta al culto nel 1831, si presenta in stile neoclassico opera dell’Architetto ticinese Pietro Maggi, ha il campanile romanico dell’antica chiesa inserto nella facciata. L’interno presenta qualche reminiscenza barocca, a navata unica, diviso in tre campate, presenta decorazioni, statue di Santi e stucchi dell’artista ascolano Domenico Paci e suggestive Via Crucis di scuola carraccesca del XVII sec. Di grande interesse sono le opere raffiguranti “S. Giovanni Battista, S. Giuliana e le Anime del Purgatorio”, “La Madonna di Loreto” di Giuseppe e Pierleone Ghezzi e Antonio Mercurio Amorosi, artisti comunanzesi di grande fama operanti a Roma tra il XVII e il XVIII secolo.
L’organo monumentale Barocco a due tastiere
L’organo è posto sopra l’ingresso in cantoria lignea. Arrivato a Comunanza nel 1827, periodo della ricostruzione della Chiesa Matrice, proveniente dalla Basilica di Loreto. Riscoperto nel 2003, visitato dai più grandi organologi viventi, lo strumento di Comunanza, è unico nel suo genere, di straordinario interesse e valore, non solo nel quadro dell’arte organaria marchigiana, ma sens’altro di quella italiana, ed addirittura europea. Sono molti i motivi che rendono unico questo strumento: per primo l’antichità e la stratificazione storica, possiede il nucleo originale del XVII° secolo che consiste nella grande tastiera superiore da 62 tasti con controttava e relative canne di facciata ed interne; la seconda tastiera di 54 tasti e relativo corpo d’organo del XVIII° secolo è attribuito a Giovanni e Domenico Fedeli di Camerino ; Il terzo intervento del 1858 del Cioccolani di Cingoli, vide la ridistribuzione delle canne di facciata a cuspide con ali laterali e l’aggiunta di campanelli e grancassa secondo il gusto concertistico del periodo.
Sottolineiamo inoltre, che il nostro strumento è tra i pochissimi organi autenticamente barocchi, è anche l’unico con due tastiere e registri da concerto ad ancia e labiali, possiede delle canne antiche, alcune praticamente uniche per foggia come il violoncello a “gladio” e il flauto “Cornuto”. Ma soprattutto ciò che rende prezioso l’organo di Comunanza è il fatto di essere l’unico barocco sopravvissuto, sfuggito alla “distruzione” della scuola organaria veneta, che ha in Gaetano Callido il più grande esponente, proprio perché ”reciclato” in un piccolo centro e soggetto all’abbandono conservativo. Lo strumento è attualmente in restauro presso la bottega dei noti Organari Bathélémy e Michel Formentelli con laboratori a Verona e Camerino.
Fonte informativa e informazioni turistiche con possibilità di visite guidate:
CONSULTARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DEL COMUNE DI COMUNANZA
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