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informazioni
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COMUNANZA, DALL’ETA’ DEL BRONZO ALLA ROMANA INTERAMNIA POLETINA PICENI
Tutti i ritrovamenti dal 1935 ad oggi
Il pugnale di bronzo e i simboli divinatori nel centro storico, le sepolture rannicchiate con oggetti ornamentalidi bronzo e terracotta in via Dante, lo spillone di bronzo e buccheri in via Aldo Moro e, a Cossinino, la trascrizione proto-Picena, i simboli ricollegabili al culto di Mitra (I° sec.d.C.) ed alle più tarde decorazioni bizantine dei Greci Imperiali (VI° sec. d.C.) (1), con i cippi funerari e le maschere arcaiche delle pietre riciclate, in quello che resta di un piccolo edificio fortificato (ribat Templare), ci riportano alle inquiete popolazioni Egeo-Anatoliche che, nell’Età del Bronzo portando la conoscenza dei metalli e una migliore coltivazione e domesticazione, si fusero pacificamente con quelle autoctone, ancora neolitiche, del nostro territorio (2).
Dell’Età del Ferro, periodo che vede l’apice e la fine della Civiltà Picena, sono state scoperte numerose sepolture disseminate in tutto il territorio di Comunanza, come ad esempio in bivio Piane, Piana Sametro, Monte della Manovra, piazza Garibaldi, via Dante, Villa Pera e S. Maria a Terme. Nei corredi funebri erano presenti: lance con punta in ferro e asta di legno, coppette a vernice nera, frammenti di ceramica acroma, pendagli in ferro e terracotta con frammenti di pietra colorata, pettorali e pugnali in ferro (3).
Nella centuriazione pedemontana di Cesare Ottaviano Augusto, datata 15 a.C., nel territorio di Comunanza figura INTERAMNIA POLETINA PICENI (4), presumibilmente, diventata più cospicua dopo la sua conquista da parte di Roma nel 268 a.C. Dove oggi sorge la bella Chiesa romanica di S. Maria a Terme, al centro di Interamnia, nel 269 a.C., si consumò la battagliatra Romani e Piceni con la sconfitta di questi ultimi (5).
L’insediamento di Interamnia Romana, copriva un territorio molto vasto, con testimonianze che vanno dal ponte in blocchi di arenaria e a schiena d’asino di Gerosa, ai ritrovamenti di:
“Alla luce di questi ritrovamenti, si configura chiaramente che questo insediamento, posto ad un passo che collega l’alta valle dell’Aso con quella del Tenna, grazie alla ricchezza di legname e selvaggina, sia stato un centro di approvvigionamento. Lo stesso toponimo di COMUNANZA, appare altamente suggestivo, in quanto potrebbe evocare una derivazione dell’ “AGER PUBBLICUS” (14).
A sostegno di questa ipotesi c’è “monde Cummunà”, la collina ricca di querce e viti di antica coltura, sovrastante la romana Interamnia, nella sponda sinistra del fiume Aso che, come risaputo, fin dai tempi dei Piceni, veniva utilizzato per trasportare lungo il suo corso il legname e le altre risorse dell’alta valle... Forse, nella vicina NOVANA ?
Note:
Stefania Cespi - Sede locale Archeclub d'Italia
REPERTI ARCHEOLOGICI - COMUNANZA
LAPIDE ALINIA
Pietra calcarea mutilata in alto e in basso cm.30x43x20 Custodita dalla Sede locale Archeoclub d’Italia presso la Biblioteca Civica....
C.I.L. IX 5202
Segnalata in zona già dal 1794 dal Colucci (1) murata nella abitazione dei signori Traccialini in località Piane Terme, la cosiddetta lapide di Alinia, la troviamo negli anni ’60 sopra la finestra di una modesta casa colonica in località Fosso di Otto (Anticamente Fosso di Jotto, dal nome del possidente). Dal 2004 tutta la zona risulta lottizzata. Nel 2006, la Ditta Costruttrice che ha acquistato la casa colonica, nell’atto della demolizione, ha consegnato la lapide alla Sede Locale Archeoclub d’Italia, affinché la inserisse in un contesto adeguato. Si tratta di una epigrafe delimitata da colonnine scanalate che sostenevano forse un timpano. L’iscrizione si distribuisce in sette linee; le lettere sono alte cm 5 nella prima e cm. 3 nelle restanti; una A piccola è inserita nella terza linea e due T sopraelevate figurano nella sesta linea.
DM
Aliniae Sex (ti)
Lib(ertae) Proculae
C(auis) Nonius Festus
coniugi carissimae et pientissimae
l’iscrizione funeraria è dedicata dal marito ad una liberta. Non si conosce il gentilizio della defunta ma, scrive Gianfranco Paci :“Non escluderei che il suo patrono possa essere il Sex. Alinnius Festus, primipilo, che compare in una epigrafe di Fermo (C.I.L. IX5361) tanto più che all’ambito fermano - dove è solidamente attestato - potrebbe ricondurre anche il gentilizio del marito”(2).
Databile intorno alla seconda metà deI I sec. A.C,. quando nella zona di Comunanza era attestato l’insediamento di Interamina Poletina Piceni che poi diverrà “Curtis de S. Maria Interamnes”, “Castello di Teramo” e infine “Piane Terme”.
Stefania Cespi
Note
Fonte informativa e informazioni turistiche con possiblità di visite guidate
VI INVITIAMO A VISITARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DI COMUNANZA
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