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informazioni
Uff. Cultura 0733 560729
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L'edificio risale quasi certamente al periodo medievale, ma con l'ottocentesca trasformazione in teatro ha perso ogni traccia dell'originaria struttura. E' dalle sue grate che nel 1568 penzolarono Enea Galizia e gli altri dodici cospiratori, impiccati in seguito al fallimento della rivolta contro i Cesarmi. Il primo palco fisso vi fu sistemato nel 1753. Venne scelta una sala del primo piano, utilizzata per gli spettacoli di Carnevale forse già dagli inizi del Settecento. Per l'occasione, l'architetto e pittore maceratese Giuseppe Mattei (1720-1790 e) dipinse la prima 'muta di scene'. Nel 1803, Pietro Augustoni viene incaricato di progettare il nuovo teatro di Montecosaro, ottenendo anche l'autorizzazione ad appoggiare la struttura alla sede ducale, sita poco oltre la torre. Pare che il primo disegno non piacesse troppo ai committenti in quanto complicato e dispendioso, così intervenne per semplificarlo il capomastro del Comune che tra l'altro riuscì ad avviare i lavori entro il 1806.
La ricostruzione del teatro durò due anni ed il risultato fu una struttura alquanto minuta ma interessante, con volta a camercanne e palchetti in legno. Di questi ultimi, si occuperà la controversa figura di Francesco Cagnaroni Bernardi, imprenditore e appaltatore nato a Tolentino nel 1763. Leader repubblicano nel 1790, ai tempi della giacobina Repubblica Romana, passò inaspettatamente all'insorgenza anti-francese e nel 1799, fu attivo negli scontri contro questi ultimi in più parti delle Marche. Con la prima restaurazione tornò alla vita normale, seguendo da vicino la costruzione del teatro condominiale e la pavimentazione della piazza di Montecosaro. Nella primavera del 1808 nacque però il Regno Italico-Napoleonico e col ritomo in paese dei francesi venne subito fatto arrestare. Condannato a morte da un tribunale speciale di Macerata, sarà fucilato nel maggio del 1809. Da poco il pittore e scenografo Speridiano Mattei (e. 1754-1828), figlio del defunto Giuseppe, aveva dipinto i fondali, la volta ed i palchetti del nuovo teatro, inaugurato nel gennaio dello stesso anno. Speridiano era l'erede di una secolare tradizione artistica e fu apprezzato pittore e decoratore in tutto il Maceratese. Le sue uniche pennellate superstiti nel teatro di Montecosaro consistono in dei tralci di vite a festone su sfondo rosso pompeiano, ripetuti su ognuna delle dieci file di palchetti.
Nel 1874 la struttura fu oggetto di un radicale restauro. Il progetto venne elaborato dall'ingegner Ferdinando Laureati che nell'occasione fece costruire anche dei palchetti in muratura a ridosso della vecchia ossatura in legno. Questi verranno poi ricostruiti nei primi anni '30 su progetto dell'architetto Eno Pelletti, a cui si devono anche le pregevoli decorazioni con stucchi 'Sadi'. Il restauro del 2003 espande per la prima volta l'esiguo spazio teatrale, ormai comunicante con gli ambienti attigui dell'ex Palazzo Pubblico. Il risultato appare stilisticamente e strutturalmente gradevole: un impianto a ferro di cavallo privo di piccionaia e di dimensioni molto limitate, con platea e tre ordini di palchetti. Sulla parte destra della facciata si apre una galleria che, da Piazza Trieste, conduce al retrostante Largo Laureati. Notiamo come il fronte posteriore dell'edificio presenti un modesto loggiato, in realtà edificato prima della ricostruzione ottocentesca. Si tratta di un espediente architettonico con cui l'Augustoni riuscì ad ingrandire gli angusti locali dell'antico Palazzo Pubblico. Sembra che, appena ultimato, il manufatto risultasse esteticamente sgradevole soprattutto perché di dimensioni troppo limitate. In seguito a forti rimostranze, l'architetto dovette far ritomo a Montecosaro per ampliare il progetto e modificare la struttura. I lavori vennero definitivamente ultimati nel 1785... stavolta il porticato risultò sufficientemente ampio, tanto che in seguito potrà ospitare anche un mercato al coperto.
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