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Sono ignote le origini della Chiesa di San Pietro, ma è da supporsi che sia sorta col primitivo castello feudale (1245-1275) e si suppone fosse in stile tardo romanico o romanico-gotico. Acquistò grande importanza a partire dal 1580 quando, l’allora vescovo di Nocera, Mons. Mannelli, diede alla Parrocchia di San Pietro il titolo di collegiata nella quale operavano un arciprete e undici canonici. Nonostante gli speroni fatti nel 1555, il tempio rovinò nel 1688, ma nel 1717 fu ricostruito e notevolmente ampliato così com’è conservato tuttora.
La facciata a capanna, semplice ed elegante, è preceduta da un’ampia gradinata che la esalta conferendo maggiore austerità. All’interno è a navata unica, coperta da capriate in legno, illuminata, oltre che dal rosone da aperture sul lato destro. A conclusione della navata, l’abside semicircolare scandito dai costoloni della calotta di copertura. Fra questi si aprono tre monofore strombate verso l’interno che donano grande luminosità a tutto lo spazio. Ai lati dell’abside, nella navata centrale, si aprono due cappelle laterali che trasformano la pianta della Chiesa a croce latina.
La Chiesa oltre ad essere proprietaria di due Madonne del Salvi, custodite dalla monache di Santa Chiara, possiede Fuga in Egitto di Giovanni Contarini, Consegna delle Chiavi a San Pietro, tavola di Pietro Paolo Agabiti, e Madonna col bambino, S. Caterina e S. Giuseppe attribuito allo stesso. Nell’ultima cappella Il battesimo, scultura dell’Agabiti ed inoltre tele del Ridolfi. Unito alla chiesa il Palazzo Vescovile, edificato nel 1530, poi fatto ampliare da mons. Mannelli nel 1551.
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