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Ussita

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CENNI STORICI  

Vi sono varie ipotesi sull'origine del toponimo del comune di Ussita: secondo alcuni deriverebbe dal latino "exitus", a significare 'uscita, porta, valico'; secondo altri, deriverebbe dalla tribù sannita degli Ussiti; un'ulteriore teoria fa risalire invece il nome a termini albanesi riconducibili al significato di "acqua impetuosa". Il territorio del comune si trova al centro del "Parco Nazionale dei Monti Sibillini" ed è costituito da numerose frazioni sparse in una vallata alle pendici del Monte Bove, base di partenza privilegiata per avventurose escursioni e ascensioni sui: Monte Bove Nord (2112 m) - Monte Bove Sud (2169 m) - Monte Bicco (2052 m). Tutto attorno si distendono ambienti alpini di rara bellezza, ricchi di flora e di fauna, e con un'aria tanto limpida che, nei giorni con miglior visibilità, lo sguardo, volto verso oriente, raggiunge il blu dell'Adriatico. Questa splendida posizione fa sì che, ogni estate, la popolazione del comune registri trentamila presenze turistiche, che si aggiungono ai pochi residenti. Centro di numerose attrattive, non solo naturali ma anche culturali ed artistiche, Ussita offre molte proposte sia per lo sport invernale che per un piacevole soggiorno estivo. Il Comune, che conquistò nel 1913 la propria autonomia dai vicini paesi di Visso e Castelsantangelo sul Nera, prende il nome dall’omonimo torrente che nasce nella Valle di Panico, alle pendici del Monte Bove, ai cui piedi si raccolgono gli antichi borghi. Con gli impianti sciistici di Frontignano, Ussita vanta la stazione invernale più grande delle Marche. I 20 Km di piste che si sviluppano tra i 1.350 ed i 2.000 metri s.l.m., sono serviti da:

  • cinque seggiovie;
  • 2 sciovie;
  • un campo scuola;
  • uno Snowpark;
  • e diversi punti di ristoro.

Ussita è tra le poche località del Centro Italia ad avere un moderno palazzo del ghiaccio coperto, dotato di pista olimpionica 30x60. Aperto anche d’estate è molto noto e frequentato sia da giovani che da famiglie.

Ussita offre anche d’estate tante possibilità per rilassarsi e divertirsi con:

  • la piscina coperta;
  • il minigolf,
  • il maneggio
  • i campi da calcio e tennis,
  • il cinema, il teatro comunale fino al parco giochi.

E’ inoltre ottima base di partenza per escursioni ed ascensioni in varie rinomate zone dei Monti Sibillini, con tanti sentieri ed itinerari per il:

  • trekking;
  • nordic walking;
  • canyoning;
  • mountain bike;
  • alpinismo su roccia.

Per scoprire la rara bellezza di valli e vette, ricche di flora e fauna. Ussita non è solo natura, montagna e sport invernali ma anche una storia che parte dal 1000 a.C., che ha lasciato nel corso dei secoli notevoli opere d’arte e ha visto protagonisti importanti personaggi storici. Il più illustre è il Cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato del Vaticano che svolse un ruolo primario nella Conciliazione Lateranense. Diede inizio nel 1927 alla costruzione del Palazzo del Comune, al cui interno si conservano opere d’arte del pittore Paolo da Visso ed altri artisti dell’epoca. Numerose sono le Chiese, tutte dalla chiara impronta romanica e di forte interesse storico e artistico. La più antica è la Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio, consacrata nel 1093. Nella Chiesa di S. Ercolano, del XII sec., sono conservati altri affreschi della scuola di Paolo da Visso.

 

 

I BORGHI ANTICHI  

Calcara  

La piccola frazione di Calcara è molto caratteristica per le case in pietra ristrutturate. Dette i natali a molti uomini illustri di Ussita quali Giuseppe Rosi detto il “poeta pastore” , Mons, Pietro Silj ed il cardinale Augusto Silj. Calcara è sede inoltre del soggiorno estivo Salesiani e del campeggio di Colorito. Da visitare è la chiesa parrocchiale di Sant' Andrea Apostolo e la chiesa di Santo Stefano.

Capovallazza  

E’ un piccolo agglomerato di case addossate ai piedi del monte ma il suo nome è legato al cardinale Pietro Gasparri che ebbe in natali proprio nell’abitazione situata in questa piccola frazione. Al termine dell'abitato si trova la cappella di Santa Scolastica eretta nel 1407 fu ricostruita e ampliata per volere del Cardinale nel 1905. La leggenda vuole che attorno alla primitiva costruzione scaturisse una sorgente di acqua miracolosa atta a sanare da qualunque malanno. Il borgo è sede dello Stabilimento Roana per l'imbottigliamento dell'acqua minerale.  

Casali  

Casali è dominata dai monti Bove e Rotondo e sorge su un terrazzo naturale da dove si può ammirare tutta la valle. Il borgo gode di una magnifica posizione panoramica ed è un’ottima base di partenza di numerosi percorsi per raggiungere le più belle “opere naturali” come Val di Panico, cima di Monte Rotondo, Pizzo Tre Vescovi, la Priora, il Berro e Pizzo Regina, che a forma di semicerchio racchiudono come a proteggere lo stupendo Monte Bove. E' consigliata, tra l'altro, la sosta alla chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio. Una sterrata dietro la chiesa risale la val di Panico, lungo il torrente Ussita, sino alle sorgenti, che alimentano le centrali idroelettriche, realizzate nella seconda metà del Novecento, che forniscono energia al territorio. Il percorso della val di Panico si addentra profondamente nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini

 

 

Castelfantellino  

Castelfantellino è una frazione di notevole interesse paesistico con vicine zone boscose (faggete). Aveva funzione ausiliaria alla vita del castello. Qui si trova la cappella votiva dedicata a San Rocco e a San Sebastiano, eretta nel 1485. all’interno è possibile ammirare “La Madonna con bambino tra Sant’Antonio da Padova e San Giuseppe”, attribuita ad un anonimo della seconda metà del ‘600 ed una statua lignea del XVI secolo.  

Fluminata  

Attiguo all'abitato di Pieve è il borgo di Fluminata, centro della vita sociale ed economica della valle, dove ci sono i negozi, le attività commerciali ed i servizi di pubblica utilità. Da qui parte un percorso che, in 9 km, completa la conoscenza di questi luoghi così suggestivi.  

Frontignano  

Posta ad un'altitudine di 1300 m, Frontignano è una rinomata stazione sciistica, la più grande della Regione Marche, che offre agli appassionati della neve.......        

Pieve  

La piccola frazione di Pieve è sede del Municipio che conserva preziose opere, e della centralissima chiesa parrocchiale di S.M. Assunta eretta nel XIV secolo, sulle fondamenta di un antico edificio di culto.  

Pratolungo  

In località Pratolungo si trova il centro sportivo che comprende lo stadio del ghiaccio costruito con misure idonee ad accogliere manifestazioni nazionali e internazionali, la piscina, i campi da tennis ed il campo di calcio. Durante la bella stagione è meta di molte squadre sportive che qui si ritrovano per gli allenamenti di ritiro........  

San Placido

Suggestiva frazione dell'importante centro montano si trova a quota 1.100. E’ la più piccola e lontana frazione del Comune con un modesto agglomerato di case, oggi opportunamente restaurate in pietra a faccia vista. Oltre alla piccola chiesa dedicata a S. Eustachio (San Placido) si trovano ancora degli edifici che conservano all’esterno dei bei portali risalenti ai secoli XV e XVI.          

Sasso  

Sasso è una frazione di Ussita, dove si trovano alcune case molto particolari, caratterizzate da porte e finestre ogive in pietra, tra le quali se ne distingue una del XIV secolo con porta a sesto acuto e finestra bifora. Da vedere la chiesa di Santa Lucia di stile romanico.

Sorbo  

Sorbo si trova su una collina assolata ad appena due chilometri dal centro. Da qui si può ammirare buona parte della vallata di Ussita. Da visitare la chiesa di Santa Croce eretta nel 1860 ad iniziativa di tre sacerdoti appartenenti alle famiglie del luogo. E’ una costruzione semplice ed elegante che presente un pregevole portale cinquecentesco di ottima fattura in travertino con rifiniture lineari.  

Tempori  

Tempori è un piccolo borgo che rappresenta uno dei luoghi più belli del territorio. Da vedere la chiesetta di Sant' Ercolano di epoca romanica con un portale in pietra e un’abside molto caratteristica ; l’interno è austero, conserva affreschi che Paolo da Visso realizzò alla fine del ‘400. Di notevole interesse vi è anche ll’Istituto “Francesco Arsini”, recentemente restaurato, che fu la prima opera benefica sorta in favore del Comune dal 1916. Con la scuola meterna, la scuola elementare e l’avviamento professionale diede la possibilità a moltissimi giovani di avere un’istruzione e possibilità di lavoro. L’edificio, ideato dall’architetto Biscarini di Perugia, conserva ancora una splendida facciata della cappella in stile gotico che è un vero gioiello. L’interno è caratterizzato da un ricco soffitto a capriata e cassettoni e le pareti decorate raffigurano episodi della vita della Madonna.  

Vallazza  

Vallazza dista appena 500 metri da Pieve. All'inizio dell'abitato di Vallazza, sulla riva sinistra del fiume, si nota un caratteristico edificio quattrocentesco in pietra che un tempo ospitava la gualchiera; quindi uno accanto all'altra, si trovano una dimora rurale del Quattrocento e la piccola chiesa di Sant'Antonio da Padova. Vallazza diede i natali al cav. Francesco Alfani il quale si rese benemerito verso Ussita non solo per aver curato a proprie spese il restauro della chiesa di S. Antonio, ma anche per aver destinato a mezzo del Comune i fabbricati ed i terreni posseduti, a favore degli anziani del paese con la realizzazione della attuale Casa di Riposo.

Vallestretta  

Vallestretta è una frazione tranquilla, silenziosa e tutt’ora legata alla tradizione agricola e all’allevamento di bestiame. Paese ben noto ai valligiani dei dintorni perché fin da quando si andò sviluppando la devozione alla Madonna di Macereto, Vallestretta costituì il punto di transito di numerosi pellegrinaggi. Costituisce inoltre una buona zona di partenza per sentieri natura.

 

LUOGHI DI CULTO

Introduzione

Genti antichissime, i pastori transumanti dellAppennino umbro marchigiano e abruzzese ai quel periodo detto "civiltà appenninica", hanno probabilmente frequentato la valle e i monti di Ussita, così come avvenne per le zone circostanti, ed hanno costruito in altura i luoghi for­tificati che poi sono diventati villaggi. Un gruppo o piccoli gruppi di essi si sono, col tempo, installati nel complesso della valle ussitana dandole, da allora, definitivamente, un'anima. La mobilità delle antiche genti, che ha portato a sovrapposizioni di popoli e di etnie, non ha lasciato indenne la primiti­va popolazione della valle (gli Japusci?; Japuscita = Ussita?) nella quale si sentono ancora echi che rimandano agli antichi Umbri, ai Piceni e qualcuno perfino alle popolazioni etrusche. La conquista romana portò al consolidamento delle situazioni montane, dei pascoli e della transumanza e, nel contempo, alla costituzione in "vici" dei villaggi esistenti. Da queste istituzioni e dai rapporti con lo stato romano gli abitanti impararono ad usare quelle consuetudini civili e quegli isti­tuti popolari tipicamente romani che durarono per secoli e furono alla base delle costituzioni comu­nali medievali. Dopo l'invasione longobarda, Ussita, come Visso e gli altri paesi vicini, fu inglobata nel Gastaldato di Ponte del Ducato di Spoleto e, da allora, fu costituita in Guaita, cioè postazione difensiva.

Nello stesso periodo, cominciò a formarsi nella Valnerina, che già dal IV-V secolo era divenuta sede di laure eremitiche, il grande centro monastico che diventerà l'Abbazia di S. Eutizio; da esso scia­marono nelle zone circostanti quei monaci che iniziarono, o, quantomeno, contribuirono notevol­mente alla diffusione del cristianesimo nella valle di Ussita. Gli oratori, fondati nei "vici" da tali mona­ci diverranno le tante chiese che sono esistite e quelle che ancora esistono nelle varie frazioni. Queste frazioni, quando cessò il dominio longobardo, furono le "vìllae" della Guaita ussitana, una della cinque che formarono il Comune di Visso. Nei primi anni del XIV secolo, un periodo felice sotto l'aspetto sia civile che economico, sì die­de inizio alla costruzione della grande chiesa di Santa Maria Assunta che, per la sua funzione, dette il nome di Pieve alla "villa" in cui era stata eretta. Poco dopo la metà del secolo, la Guaita, la cui autonomia da Visso si era accentuata, iniziò a costruire, con l'appoggio dei Duchi di Varano da Camerino, il gran­de castello sul colle dove adesso si trova il cimitero, che ne ricalca grosso modo il perimetro e ne con­serva, quasi intatta, la torre maestra. E' questo anche il tempo in cui gli oramai antichi oratori vengono ampliati e trasformati in chie­se per il desiderio profondo degli abitanti di aggiornare nel nuovo gusto del tempo il luogo di culto nel quale era radicato il loro attaccamento e la loro identità. In questo opuscolo sono riportate alcune notizie sulle cinque chiese presso le quali si svolge la visita. Sono state individuate per il contenuto storico e artistico e costituiscono come una sintesi del­l'intero complesso di quelle presenti nella Valle.

Fonte informativa "Ussita - In visita alle antiche chiese" - Comune di Ussita e Associazione insieme per ussita - Autore: Rodolfo Settimi

 

Chiesetta di Sant’ Ercolano – Loc. Tempori  

La chiesa fu costruita nell'XI secolo in stile romanico. Conserva affreschi del XIV e XV secolo: sulla parete sinistra un riquadro con S. Cristoforo con S. Ercolano e S. Antonio Abate, quest'ulti­mo di ottima fattura. Nel presbiterio una Madonna col Bambino eseguita alla fine del 500 da Ascanio Poggini da Mevale. Sulla parete destra è affrescata una Madonna di Loreto in una interessante ver­sione iconografica; accanto è raffigurato S. Francesco rivolto verso il Crocifisso, del quale, per una modifica strutturale del fab­bricato, appare soltanto un braccio. Gli affreschi sono attribuiti a Tommaso di Pietro da Visso. E', tuttavia, da notare come sia la "Traslazione" che il S. Antonio Abate appartengano a mani diver­se da quelle che rappresentano gli altri due Santi. La pittura che mostra S. Antonio è di notevole livello artistico ed è certo diver­sa dalle altre due che appaiono ripetitive e di maniera, mentre la "Traslazione" eviden­zia una visione ingenua del tema, evidente­mente poco conosciuto nei suoi precedenti pittorici. Ancora si legge questa memoria graffita sull'affresco della "Casa di Loreto": 14 giugno 1586 fò una granne carestia, che lo mese di aprile e magio lavorava lo pane a vinti fiorini la soma, et grano non se ne trova a cam­biare per niente. Lo pane se vinia allo macello uno bagliocco per persona.

S. Ercolano era una delle chiese dipendenti dall'Abbazia di Sant'Eutizio. Dal "liber censuorum" risulta che il sacerdote, investito del beneficio semplice ad essa ine­rente, era obbligato a dare all'abate, quale censo, una libbra di pepe all'anno più mezza oncia di zafferano per l'eventuale canonica­to. Nel 1953, per iniziativa del par­roco della Pieve, di cui fa parte Tempori, e con il concorso dei cittadini, la chiesina fu convenientemente restaurata e vi fu posto, dietro l'altare, un quadro, eseguito dal pit­tore russo G. Abiasi, raffigurante S. Ercolano sul paesaggio ussitano. Nell'osservarlo non si può non pensare al velocissimo cambiamento della situazione ambientale: ove oggi si vedono boschi, vi appaiono campi lavorati e pianta­te così come per secoli era rimasto il pae­saggio. La chiesina, sia pur visitatile, mostra i danni del terremoto del 1997.

 

Chiesa di Santa Lucia di Sasso – Loc. Sasso  

La chiesa di Santa Lucia di Sasso è risalente al XIII secolo ma ampliata nel ‘400. L’interno a navata unica, conserva una tela raffigurante la Santa a cui è dedicata la chiesa, ed alcuni affreschi del ‘400 attribuiti alla scuola pittorica di Paolo da Visso. Due interessanti dipinti del Maestro vissano sono stati staccati e trasferiti al Palazzo Municipale.  

 

Chiesa dei santi Vincenzo e Anastasio – Loc. Casali  

Fino al XVI secolo figura come titolare soltanto SantAnastasio. E' una delle chiese più antiche ai Ussita (1093); dipendeva dall'Abbazia di Sant'Eutizio alla quale la Cura doveva una libbra di zafferano all'anno mentre il canonicato annesso doveva una libbra di pepe. Quale beneficio eutiziano, viene nominato nelle bolle del vescovo Enrico (1115), di Innocenzo IV (1255) e di Martino V (1428). All'edificio furono apportati molti restauri nel corso dei secoli. Già nel 1391 e poi nel 1476 l'Università di Ussita concorse per alcune urgenti riparazioni. Nel 1901 fu rinnovato il tetto e il pavimento del presbiterio; nel 1906 fu costruita ex novo la sacrestia che prima si trovava sul lato nord della chiesa; nel 1923 fu eretta la balaustra, oggi non più esistente, con pietra di Fabriano come pure la calotta sovrastante il battistero. Il restauro della facciata in pietra e dell'atrio, riportati come il campanile all'originale stile romanico dall'ing. Carlo Comotti, fu eseguito nel 1929. La chiesa conserva ancora la forma origi­naria e, fino ai tempi recenti, conservava anche due vestiboli rettangolari ricavati, nell'area di quello attuale, nello spazio tra la prima e la seconda facciata, che fu edifica­ta in maniera identica alla prima.

In essa sono da notare l'elegante portale longilineo ad arco, con ghiera dentellata e la graziosa bifora con colonnina del capi­tello a stampella che, sull'arco, reca lo stemma abbaziale e la scritta "Abbas sancti Eutitii". Nella porta sul lato destro si nota, al di fuori, un concio della centina scolpito ad intreccio. L'esterno dell'abside è liscio e due monofore incidono due esili feritoie ai lati della finestra centrale. Si entra dal vestibolo ove si nota il bel por­tale della facciata originaria e una finestra strombata con arco, presumibilmente del '600. Nell'interno, ad una navata, si notano un quadro seicentesco con Cristo e i Santi Vincenzo e Anastasio del pittore romano Angelo Righi e un dipinto che rappresenta S. Michele Arcangelo posti su due altari lignei del '600. L'abside, semicircolare con triplice arco di pietra levigate, accenna alla SS Trinità così come le tre luci che lo attraversano; nel centro è posto il piccolo altare a cippo con mensa in pietra sostenuta da quattro para­ste angolari: opera romanica con caratteristico motivo lombardo. La copertura era a volta a tutto sesto come si può rilevare dalla facciata interna e da alcuni accenni di essa sulle pareti laterali. Non è conosciuto il periodo della sua tra­sformazione in quella attuale in legno. La chiesa, che supera di gran lunga le archi­tetture della zona, mostra l'appartenenza ad un potere economico molto forte. Fu costruita, quasi certamente, su un primitivo oratorio dall'Abbazia di S. Eutizio che era proprietaria del borgo di Casali. Il vocabo­lo "casale" indicava nel Medio evo un centro agricolo o pastorale analogo ad una "curtis".  

 

Parrocchiale di Santa Maria Assunta - Loc. Pieve  

Risale al secolo XIV; ma la scoperta di vari frammenti in pietra decorata a intaglio (alcuni dei quali conservati in sacrestia; in particolare una statua in pietra e un altorilievo di evidente carattere religioso) lasciano supporre con certo fondamento che nello stesso luogo doveva preesistere un edificio di culto che, stando all'analisi di quelle sculture, dovrebbe asse­gnarsi all'VIII secolo. Era una chiesa ricca di altari e di notevoli pitture quattrocentesche, ma nel 1000 era divenuta così squallida e priva di suppellettili che in molti di quegli altari non si poteva nemmeno celebrare Messa. C'erano anche pareti instabili. Per incita­mento dei vescovi e per la generosità dei fedeli la chiesa venne completamente restaurata, ripulita e rimessa in ordine. Dei vecchi altari ne furono conservati due; il maggiore con l'importante tavola dell'Assunzione dipinta da Camillo e Fabio Angelucci di Mevale (Camillus et Fabius Ange/ucci pictores Castri Mevalis hanc tabulam pincserunt ano domini 1584 die XV mensis juni) e la cappella della Madonna. Nel 1915 la chiesa fu fatta nuova­mente restaurare dal Cardinale Pietro Gasparri su disegno dell'Arch. Aristide Leonori. La facciata mostra un portale ogi­vale avanzato, sorretto da due colonnine, un rosone al centro, due finestre laterali a cuspide e una sequenza di arcatelle cieche che, in alto, sagomano la facciata costruita con pietra ricavata dalla valle di Ussita. Ulteriori Approfondimenti Luoghi di Culto....

 

Chiesa di Sant’Antonio da Padova – Loc. Vallazza  

La piccola chiesa di Sant'Antonio da Padova ha un portale in travertino e colonnine tortili.

 

Chiesa parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo – Loc. Calcara  

La chiesa, in stile romanico, è stata completamente ricostruita nel1926 dalla famiglia Sili. Ma già nel tempo erano stati eseguiti altri restauri. La facciata è ornata da un bel rosone e da un elegante portale in pietra con lunetta in ceramica di Silvio Galimberti: vi si vede Sant'Andrea, il Cardinale Augusto Sili in ginocchio e, sullo sfondo, la chiesa e Monte Bove. Nell'interno, a una navata, si nota, a sinistra il fonte battesimale in pietra e, nella controfacciata, fram­menti di affreschi dei primo quattro­cento che rappresentano S. Andrea, San Giovanni Battista e un santo francescano. Sulla parete di sinistra è la tomba del cardinale Augusto Sili (1846-1926). Sopra la tomba un interessante affresco del 1458 (Hoc op)us fecit (f)ieri benedìctus Petr (utìi) che rappresenta la Madonna in trono, il Bambino e Santa Lucia. E' ammi­revole per i colori e l'espressività del Bambino e della Santa anche se l'in­sieme appare disunito e non forma gruppo. Alla stessa altezza, sulla parete destra si trova l'affresco con San Matteo evangelista e il simbolo dell'angelo. Sono attribuiti entrambi a Paolo da Visso. All'epoca della ricostruzione della chiesa furono stacca­ti e restaurati. Oggi avrebbero bisogno di un ulte­riore restauro.

In luogo dei due altari laterali, elimi­nati nella ricostruzione, due tele, una con la Madonna del Rosario l'altra con Sant'Anna, dipinte da Francesca Sili (1929). Un quadro di notevole pregio, della scuola del Correggio (1500), rappre­sentante Sant'Anna e San Gioaccbino la Madonna e il Bambino, è posto nel presbiterio sulla parete sinistra: face­va parte dell'altare di Sant'Anna eret­to da Persio Montebovi di Calcara. Sulla parete di destra, in una bella cornice intagliata, è un quadro raffi­gurante San Pietro. In alto, sopra la porta della sacrestia, sono stati posti due pannelli di sportello del '500 che rappresentano San Paolo e S. Andrea; sono da attribuire a Gaspare Angelucci da Mevale. Sul secondo arco sono gli stemmi di Pompei, di Ussita, il Sacro Cuore e i simboli dei quattro evangelisti. Nell'abside, un seicentesco Crocifisso ligneo e, auto­re Silvio Galimberti (1926), due affreschi: uno con San Francesco di Assisi, Santa Rita da Cascia, San Pietro, Sant'Andrea, Santa Cecilia, Sant'Augusto e un paesaggio monta­no; l'altro con l'Annunciazione e gli stemmi di Pio XI e il cardinale Sili. Nella sacrestia si trova una pregevole credenza dipinta dalla bottega degli Angellucci e un bel tabernacolo dorato. La chiesa è stata consacrata, dopo il restauro, il 5 settembre 1932. 

 

Chiesa parrocchiale di Santo Stefano Loc. Sorbo  

L'edificio, che appare come infossato sul retro per essere stato costruito nello scavo della collina sovrastante, si presenta ai semplice composizione: è costituito da due corpi di fabbrica posti l'uno dopo l'altro; il primo, di altezza mag­giore, ospita l'aula e il presbiterio, il secon­do, la sacrestia. Sopra il tetto di questo sporge un minuscolo campanile. La cniesa è costruita in muratura incerta intonacata con malta di calce, il campanile è in matto­ni "faccia a vista". Restaurata nel 1942, conserva le strutture della vecchia costruzione che risa­le al 1200. Nell'interno, a una navata, si nota nella parete di fondo, un ottimo affresco attribuito a Paolo da Visso, raffiguran­te San Giovanni evangelista e il suo simbo­lo, l'aquila. E' del 1474. La figura è priva di parte della testa per l'apertura di una fine­stra avvenuta forse quando l'affresco era coperto da qualche scialbatura. Il resto della figura appare nell'affascinante giallo dei paramenti e mostra l'arte sobria ed ele­gante del suo autore. Il colore giallo era in quel periodo il colore degli abiti dei giovani e ben si addiceva al più giovane degli Apostoli.

Altri affreschi, che sembrano risa­lire all'epoca della costruzione della chiesa, abbondantemente restaurati, si mostrano sulla parete di destra e rappresentano in forma emblematica S.Girolamo, S. Michele Arcangelo, S. Lorenzo, Santa Caterina d'Àlessandria e Santa Lucia, Sull'altare maggiore e su quello laterale due tele, una con il croceiisso., Sant'Antonio e Santo Stefano, l'altra con una Madonna Addolorata. Sono del 1941, dipinte dal romano Leonello Grazi; lo sfondo è il pae­saggio locale. Sulla parete di fondo è collocato un ex voto seicentesco che risulta interes­sante perché nella descrizione del paesag­gio, mostra il torrione che ancora si ergeva sul monte che, per ciò, è detto monte torro­ne; Alle pareti le immagini e le deco­razioni sono di E. Francescangeli (1942). Dopo il terremoto del 1997 la chiesa ha subito un nuovo restauro.           

 

Chiesa di Santa Reparata – Loc. Vallestretta  

La Chiesa di Santa Reparata è molto antica. In passato infatti vi era una parrocchia detta di Santa Mariola che fu completamente distrutta dalla alluvione del 1590. Ricostruita con il nome di Santa Reparata subì un’altra alluvione nel 1604 e fu riedificata in un luogo più sicuro lontano dalla valle nel 1915. L’interno a navata unica conserva una pala d’altare con cornice in legno intagliato, raffigurante il “Crocefisso tra i Santi Reparata e Donato”, risalente al 1650. il Tabernacolo, a forma di tempietto ligneo, è della fine del ‘500.  

 

ALTRI LUOGHI DI INTERESSE DA VISITARE 

Palazzo del Comune di Ussita  

Il Municipio di Ussita, in località Pieve. Al suo interno la Pinacoteca conserva preziose opere: due affreschi un tempo nella chiesa di Santa Lucia di Sasso, attribuiti a Paolo da Visso (Madonna lauretana con angeli e Madonna col Bambino), un crocifisso ligneo del XIV secolo ed una tavola a tempera del XV secolo. Nella Sala del Consiglio sono esposti quattro grandi quadri ad olio del ‘700, di artisti anonimi, provenienti dal castello di Beldiletto antica dimora della nobile famiglia dei Da Varano. Nell’archivio comunale sono custoditi gli atti della Guaita a partire dal 1354 e diversi documenti relativi all’opera del Cardinale Pietro Gasparri, che ad Ussita nacque nel 1861, divenne segretario di Stato della Chiesa e fu l’arteficie del Trattato della Conciliazione Lateranense dell’11 Febbraio 1929.  

 

Castello di Ussita – Loc. Colle Fantellino  

Dalla strada si vedono i resti dell'antico castello di Ussita, la cui costruzione, voluta da Rodolfo Varano, risale al 1380. All'epoca, il castello, con la sua cinta muraria di forma trapezoidale, che oggi ospita il cimitero, difeso da cinque torri e da un fossato esterno, rappresentava un efficace deterrente contro eventuali attacchi nemici.

Torre del Castello (presso cimitero) – Loc. Casali  

Lungo la strada si nota, al di là della valle, il Cimitero di Castelmurato, sovrastato dalla torre dell’antico castello quattrocentesco, quasi completamente demolito agli inizi del XX secolo per consentire la costruzione del nuovo cimitero. Resta solo la “Turris Capitis”, completamente restaurata ed una breve porzione della cinta muraria.  

 

PERSONAGGI ILLUSTRI

Il più illustre personaggio di Ussita è il Cardinale Pietro Gasparri, Segretario di Stato del Vaticano che svolse un ruolo primario nella Conciliazione Lateranense. Diede inizio, nel 1927, alla costruzione del Palazzo del Comune, al cui interno si conservano opere d’arte del pittore Paolo da Visso e di altri artisti dell’epoca.  

 

GUARDA I VIDEO DI PRESENTAZIONE

USSITA - Un'Emozione da Vivere

 

USSITA - TVRS Eccellenze delle Marche 1° Parte

 

 

Ussita - TVRS Eccellenze delle Marche 2° Parte

 

USSITA - I Borghi D'Italia TV 2000 1° Parte

 

USSITA - I Borghi D'Italia TV2000 2° Parte

 

Cartoline da Ussita

 

USSITA - "La Stagione del Pesce" Settore Ittico Alto Nera

 

 

  Ussita anche nella pagina Facebbok di AvventuraMarche

 

 

ANCHE PER LA STAGIONE ESTIVA 2012 APERTURA BIKE PARK 

(scaricare a lato brochure completa Percorsi, Orari, Tariffe Giornaliere  e Abbonamenti) 

 

Orari e Apertura Seggiovia Selvapiana

  • Dalle ore 09,00 alle ore 18,00 (ultima risalita 17,45)
  • Feriali pausa pranzo 13,00-13.30
  • (DAL 16 GIUGNO AL 15 SETTEMBRE)
  • Dal 16 Giugno al 15 Luglio Sabato e Domenica
  • Dal 16 Luglio al 31 Agosto Tutti i Giorni
  • Dal 1 al 15 Settembre Sabato e Domenica

 


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