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Caldarola

informazioni

www.lestanzedelcardinale.it

 

 

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STORIA

Caldarola deve probabilmente il suo nome al termine latino “CALIDARIUM”, con cui s’indicava la stanza con la “vasca di acqua calda” delle terme. La tradizione locale fa risalire le origini del paese al IV sec d. C., quando un gruppo di Cristiani, sfuggiti alle persecuzioni, giunto sul “colle del cuculo”(Colcù), edificò un primitivo nucleo urbano. Tuttavia, con maggiore probabilità il centro caldarolese è sorto, come villaggio rurale, ai piedi di una torre di difesa Longobarda o Bizantina in epoca precedente al IX-X secolo. Al termine del XII secolo, la storia medievale vede il territorio di Caldarola coinvolto nella lotta tra Papato e Imper i pontefici, per assicurarsi la fedeltà di Camerino, lo concessero in feudo allo Stato Camerte.

Solo agli inizi del ‘400, il paese riuscì ad ottenere l’indipendenza sancita dalla bolla di emancipazione di Eugenio IV ( 1434 ). Nello stesso periodo emerge la figura del Beato Francesco Piani, che nacque a Caldarola nel 1424, le cui opere fondamentali, ispirate dal francescanesimo, furono: la Compagnia di Santa Maria, l'Ospedale e il Monte di Pietà. Predicatore e pacificatore di genti morì in odore di santità nel 1507, fu beatificato da Papa Urbano VII nel 1634. La massima fioritura di Caldarola, comunque, si ebbe nel pieno 500 ad opera della nobile famiglia Pallotta che la trasformò in una preziosa cittadina rinascimentale. La diretta soggezione alla Chiesa, del comune di Caldarola, perdurò fino al 1799, anno in cui il dominio pontificio fu abbattuto dalla rivoluzione francese. Terminata la parentesi “napoleonica”, il paese ritornò allo Stato Pontificio fino al 1861, quando la terra marchigiana venne annessa al Regno d’Italia.

 

LA VISITA - Fonte www.simonedemagistris.it

Passo dopo passo, le intriganti tappe della visita di Caldarola nelle quali il paese, dal cuore della provincia di Macerata, stupisce il visitatore con il suo  raffinato assetto urbano che la rende un autentico gioiello di architettura e urbanistica cinquecentesca e con  le sue importanti testimonianze romane e medievali,  che riempiono di storia gli affascinanti scenari naturali del territorio circostante.

Il Centro Storico: L’urbanistica  e le emergenze monumentali

L’inconfondibile assetto urbanistico che fa di  Caldarola un esempio rarissimo e praticamente intatto di urbanistica tardo rinascimentale è frutto di Evangelista Pallotta. Il potente cardinale, nonché Prefetto della Fabbrica di San Pietro sotto il pontificato di Sisto V, volle infatti dare alla sua città la forma e la dignità di una città monumentale, rinnovando il suo luogo natale sulla base di un “piano regolatore” che sconvolse totalmente l’antica borgata medievale. Le nuove concezioni urbanistiche “sistine” nate a Roma  trovano così a Caldarola un’ applicazione globale, completamente innovativa, che ha il suo epicentro nella piazza, dove convertono le vie rinnovate, larghe e rettiline, e dove si affacciano i principali edifici pubblici.

Nella Piazza si trovano infatti:

  • Il Palazzo Pallotta, nel cui impianto architettonico è disegnata la stessa piazza, che il Cardinale Evangelista Pallotta volle realizzare e decorare per disporre di una residenza adeguata al proprio rango: Il Palazzo, in cui attraverso il linguaggio pittorico e architettonico si esprime lo spirito della Controriforma, presenta  suggestivi ambienti decorati tra i quali  la magnifica Stanza del  Paradiso,  luogo di meditazione del Cardinale
  • La Collegiata di San Martino che, inaugurata nel 1590 con la bolla di Sisto V che la elevò a collegiata insigne, conserva numerose opere di grande interesse tra cui “La Messa di San Martino” di Simone De Magistris
  • Il Santuario di S.Maria del Monte, in cui è possibile ammirare la tavola dedicata alla Madonna del Monte realizzata da Lorenzo D’Alessandro su commissione, nel 1491, del Beato Francesco Piani da Caldarola        

A pochi passi, salendo Via Pallotta, la strada che conduce al Castello Pallotta,  si  trovano:

  • Il graziosissimo Teatro Comunale,  costruito agli inizi dell’800 all’interno del cinquecentesco Palazzo del Podestà, completamente ristrutturato e reso all’attività culturale del paese nel  1985
  • La Collegiata di San Gregorio, fatta costruire dal Cardinale Evangelista Pallotta nei primi anni del 1600 sulle stesse rovine di una chiesa dedicata al Santo verso la fine del 700, con alcuni affreschi della scuola dei De Magistris e altri realizzati all’inizio del secolo scorso da Augusto Mussini

Il Castello Pallotta

Il Castello Pallotta, dall’alto del colle, si affaccia su Caldarola creando un suggestivo quadro d’insieme dal sapore fiabesco. Costruito nella seconda metà del IX sec., subì una modifica radicale verso la fine del ‘500, quando il Cardinale Evangelista Pallotta lo volle trasformare in una maestosa quanto armonica costruzione rinascimentale che adibì a propria residenza estiva, che testimonia il prestigio del casato e le importanti relazioni imbastite dai quattro cardinali di casa Pallotta con la curia romana ed il mondo artistico. 

L’antico maniero conserva ancora intatte le mura, la merlatura guelfa, i cammini di ronda ed il ponte levatoio, le sale delle carrozze, delle sellerie e delle armi, opere d’arte su tela e su tavola, sculture, affreschi, arredi d’epoca e le testimonianze dei personaggi illustri che nel coso dei secoli hanno visitato Caldarola, come il pontefice Clemente VIII e la regina Cristina di Svezia. Le biblioteche, un archivio recentemente riordinato e le numerose collezioni documentano le vicende della nobile famiglia nell’ evolversi dei secoli.

I Castelli di Pivefavera, Valcimarra e Bistocco

A pochi chilometri dal paese, in prossimità del Lago di Caccamo e lungo  la strada provinciale che conduce a Camerino, si ergono i castelli di Pievefavera, Valcimarra e Bistocco. La splendida posizione sulla sommità della collina irta di ulivi che scende gradatamente sul lago di Caccamo fa di Pievefavera un luogo di eccezionale interesse ambientale e paesaggistico. Nella parte alta del paese si innalza il castello (sec XIII con restauri successivi ), già posseduto dai Varano, con tre cinte di mura e quattro torri di cui una trasformata in campanile. All’interno del castello si trova la chiesa parrocchiale, con portale romanico rimaneggiato ed l’interno barocco in cui sono conservate opere del secolo XVI.

Lungo la sponda meridionale del lago sorge un’area archeologica di epoca romana che ha portato alla luce strutture di fondazione tardo repubblicana, esistenti almeno fino al I sec. d.C. , appartenenti alla “pars rustica” di una villa ben più estesa. I materiali archeologici, conservati presso l’Antiquarium, testimoniano che il territorio conobbe una lunga ed intensa frequentazione dalla preistoria fino all’età romana. Non distante da Pievefavere c’è Valcimarra, nei cui pressi si trovano una torre di avvistamento a pianta quadrata ( sec. XIII ) che aveva la funzione di posto di segnalazione tra Campolarzo e Pievefavera.

Fuori dall’abitato vale la pena visitare la piccola chiesa della Madonna del Sasso, sorta forse per il ritiro di qualche eremita, che nel sec. XIV ospitò una comunità femminile di penitenti francescane. Al suo interno sono presenti due affreschi del tardo quattrocento. Si narra che nei pressi, si nasconda l’antro della Sibilla Cimmaria. Meno facile da raggiungere è il monastero di San Benedetto “saxi latronis”, di cui restano solamente imponenti rovine e di cui è visibile la grandiosa facciata in pietra e un ambiente con volte a botte ed archi a sesto acuto. In località Bistocco, della catena delle fortificazioni dei Varano, rimangono i ruderi di una torre di guardia dalla struttura circolare.

Castello di Croce - Castello di Vestignano

Nelle vicinanze di Caldarola, raggiungibili in pochi chilometri attraverso una deviazione della strada che dalla piazza conduce verso Sarnano e San Ginesio, sorgono le suggestive frazioni di Croce e Vestignano, antichi castelli appartenenti, dal sec. IX, all’abbazia di Casauria in Abruzzo. A Vestignano rimangono consistenti resti della cinta muraria in pietra risalente al sec. XIV. Di notevole interesse sono un torrione cilindrico angolare e l’impianto urbanistico medievale. Fuori dalla cerchia muraria sorge la duecentesca chiesa di San Martino, rimaneggiata nel sec. XVI. Della chiesa originaria restano alcune strutture architettoniche, il basso rilievo rappresentante “San Martino e il Povero” sulla facciata ed alcuni affreschi.

L’edificio nuovo fu invece decorato da esponenti della scuola Caldarolese: Nobile da Lucca, Andrea de Magistris, che nel 1538 vi dipinse la Madonna col Bambino e i Santi Rocco e Sebastiano e nel 1551 S. Giorgio e S. Martino, e Simone De Magistris, che nel 1588 affrescò la transenna absidale con tre grandi dipinti che rappresentano l’Ascensione, la Crocifissione e l’Assunta, separati da due elementi più piccoli con San Giorgio e San Martino. Croce mantiene i resti di un notevole sistema di fortificazione realizzato con grosse pietre squadrate; resta inoltre una torre poligonale oggi campanile della chiesa parrocchiale. Anche qui sono presenti rilevanti opere pittoriche di Nobile da Lucca e dei de Magistris.

 

LUOGHI DI CULTO DA VISITARE:

 

ALTRI LUOGHI DI INTERESSE STORICO, CULTURALE ED ARTISTICO DA VISITARE:

 

RIEVOCAZIONI STORICHE E MANIFESTAZIONI:

 

GUARDA I VIDEO:

CALDAROLA  - Simone De Magistris un Pittore Visionario tra Lotto e El Greco

 

 

ITINERARI

1° Parte  Caldarola - Simone De Magistris un Pittore Visionario tra Lotto e El Greco

 

 

ITINERARI

2° Parte - Simone De Magistris un Pittore Visionario tra Lotto e El Greco

 

 

MOSTRA

Simone De Magistris un Pittore Visionario tra Lotto e El Greco

 

  Caldarola anche nella pagina Facebook di AvventuraMarche 

 

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