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Welcome to Marche

I Franchi

informazioni

La storia delle Marche a cura del:

Prof. Federico Uncini

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Si ringrazia Paolo Marini per la collaborazione fotografica.

 



Nel corso del VII secolo i vescovi di Roma supplirono per quanto possibile alle carenze dell'amministrazione bizantina in Italia, riorganizzando la produzione agricola dei vasti possedimenti della Chiesa e promuovendo contemporaneamente l'evangelizzazione di nuovi popoli. Essi acquistarono così un prestigio presso tutto l'Occidente cristiano e apparsero alle popolazioni del Lazio come veri e propri sovrani.

Nel difendersi dalle ricorrenti tendenze cesaropapistiche dell'Impero d'Oriente, i pontefici dovettero però anche guardarsi dalle mire espansionistiche dei re Longobardi che aspiravano a unificare l'intera penisola italica sotto il proprio dominio, minacciando quindi di ridurre drasticamente la libertà d'azione della Chiesa e delle sue diocesi. All'inizio del VII secolo tale politica fu perseguita con particolare abilità dal re Liutprando, che approfittò di uno scontro fra il papa e l'imperatore per presentarsi come difensore del papa e per muovere guerra ai Bizantini.

Preoccupato dalla non richiesta e certo non disinteressata protezione, papa Gregorio II, fece appello alla pietà religiosa di Liutprando , convincendolo a ritirarsi dai territori bizantini occupati. Nel 728 ottenne da lui la donazione del territorio di Sutri, che costituì il primo nucleo di un vero e proprio stato della Chiesa, sul quale i papi esercitarono a pieno diritto la loro sovranità. Astolfo, successore di Liutprando, riprese peraltro il disegno di occupare tutta la penisola. Il papa Stefano II, per neutralizzare i suoi piani, invocò l'intervento di Pipino il Breve, divenuto re dei Franchi dopo la deposizione dell'ultimo sovrano merovingio.

Accordatosi col papa a Ponthion, Pipino il Breve intervenne effettivamente in Italia e fra il 755 e il 756 con due spedizioni vittoriose costrinse Astolfo a rinunciare ai suoi propositi di conquista. Desiderio succedendo ad Astolfo , tentò di privare il papato dell'appoggio dei Franchi grazie alle nozze della propria figlia Ermengarda con Carlo loro sovrano. Ma anche questo progetto fallì, perché Carlo, ripudiata Ermengarda, assunse di nuovo il compito di difensore del papato già svolto da Pipino e disceso in Italia su invocazione d’Adriano I , stroncò definitivamente il dominio dei Longobardi nella penisola.

Desiderio, anziché attaccare Roma, preferì organizzare la difesa ai confini con la Francia; tradito però da molti duchi timorosi della potenza franca, fu battuto e disfatto; la resistenza continuò in Pavia assediata, che capitolò nel 774. Desiderio fu portato prigioniero in Francia; Carlo , proclamatosi re dei Franchi e dei Longobardi, s’impegnò a donare alla Chiesa romana gran parte dei territori conquistati. In realtà questa donazione non si concretò mai e Carlo rimase signore della parte settentrionale e centrale della penisola, mentre Adriano I si vide riconoscere solo i territori concessi da Pipino al papato nel 756.

Nella notte di natale dell’800 Carlo Magno fu incoronato a Roma da Leone III imperatore del Sacro Romano Impero. I ducati longobardi che sopravvissero, sotto il dominio dei Franchi, furono quelli di Spoleto e Benevento che avevano appoggiato i nuovi conquistatori e che servirono a Carlo Magno per evitare confini comuni con le terre bizantine dell'Italia meridionale. L'invasione franca,a differenza della longobarda ,non fu una migrazione di popolo.

Solo alcuni gruppi di cavalieri franchi s’impiantarono nei centri principali ; per il resto si contentarono di governare attraverso i nobili longobardi ,ormai in pratica italianizzati. Come duca di Spoleto fu scelto, sotto l'approvazione del papa Adriano I , Idelbrando figlio d’Asprando(a. 745) a sua volta figlio di Liutprando. Ildebrando governò il ducato di Spoleto insieme alla moglie Scaniberga, figlia di Grimoaldo. D’Ildebrando si conosce qualche atto di donazione fatto a monasteri : morì nel 788 . Sopravvissero tre figli :Adelardo,Suppone e Mauringo, divenuti tutti duchi di Spoleto. Succedettero poi Guinigiso (a.789), Suppone I , Mauringo (a. 824),Lotario(a.855) e Suppone II(a.871).

In questo periodo nel nostro territorio fu importante la presenza monastica dei benedettini dell'abbazia di Farfa che diedero un importante contributo al risanamento economico-ambientale delle Marche. Questa, definita imperiale per volere di Carlo Magno, ebbe possedimenti nel Piceno, nei contadi di Camerino, Jesi, Osimo, Senigallia, Ascoli e Fermo, nell' alta valle Esina e del Sentino.      

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