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IL SISTEMA MUSEALE DELLA CITTA' DI JESI
Il sistema museale jesino si presenta articolato e ricco di testimonianze storiche e culturali. Fulcro del sistema museale è la Pinacoteca Civica, collocata nello splendido Palazzo Pianetti che conserva un nucleo pregevole di opere di Lorenzo Lotto. Da non perdere anche il Museo Diocesano, in Piazza Federico II, ricco di pitture, sculture, argenti e arredi sacri. A Porta Valle, nel Palazzo Pianetti Vecchio è possibile visitare lo Studio per le Arti della Stampa con macchinari di tipografia, caratteri mobili ed esemplari di libri rari.
LA PINACOTECA CIVICA
La Collezione D'Arte Antica
Caratterizza la raccolta un consistente gruppo di opere di Lorenzo Lotto eseguite tra il 1512 e il 1535 per le chiese di S. Francesco al Monte e S. Floriano. La grande pala d’altare della Deposizione risale al 1512 quando l’artista, reduce da un soggiorno a Roma, elabora uno stile pittorico estremamente personale, lontano tanto dagli sfarzi della corte pontificia quanto dalle esplosioni tonali della coeva pittura lagunare. La Madonna delle Rose, del 1526, è una delle interpretazioni più alte del tema mariano molto caro all’artista veneziano.
La lunetta di soggetto francescano costituisce uno dei rari notturni dell’arte italiana del sec. XVI. La pala di S. Lucia, con le tre predelle della storia del martirio, è tra i capolavori dell’artista. Firmato e datato “L. Lotus 1532”, fu commissionato nel 1523 dalla Confraternita di S. Lucia, ma fu terminato solo dopo tormentate ed alterne vicissitudini e costituisce una meditazione profonda e sofferta sulla natura della santità. Il tema della Visitazione (1531-’35) è prevalentemente femminile e la scena, di carattere intimistico, si svolge in un interno domestico. All’area crivellesca rimanda la Pietà di Nicola di Maestro Antonio di Ancona (1480 c.), proveniente dalla chiesa di S. Marco che rivela uno stile espressivo di grande impatto emotivo.
Oltre a quelle citate, la Pinacoteca conserva interessanti opere di pittori quali, Pomarancio, Carlo Cignani, Giacomo del Po, Cristoforo Unterperger, Alessandro Tiarini, Antonino Sarti, Pietro Paolo Agabiti, Giuliano Presutti, Francesco Trevisani, Carlo Maratta, Domenico Valeri, G.Battista Langetti, Francesco Albani.
Sculture, Ceramiche e Terracotte
Un insieme assai interessante è costituito dai Vasi da Farmacia provenienti dall’Ospedale di Jesi fondato dai Fatebenefratelli nel 1742. Si tratta di una collezione completa di contenitori ceramici officinali composta da 207 pezzi realizzati nella bottega di Francesco Luzi di Urbania nel 1775. Della sezione ceramiche fanno parte alcune testimonianze di vasellame rinascimentale, prevalentemente di fabbriche marchigiane e faentine dei secoli XV e XVI.
Completano la raccolta due dossali d’altare in terracotta policroma, uno raffigurante Madonna con Bambino, Angeli e Santi camaldolesi, proveniente dal convento dei Frati Bianchi di Cupramontana e l’altro un presepe proveniente dalla Chiesa di S. Francesco al Monte ed entrambi attribuibili a Pietro Paolo Agabiti. Per quanto concerne il materiale scultoreo, si segnala la presenza di stemmi, lapidi, bassorilievi e fregi architettonici che coprono un arco di tempo che va dal XIV al XVIII secolo.
La Collezione di Arte Moderna e Contemporanea
Si forma a partire dalla seconda metà dell’800 grazie, soprattutto, alle donazioni di artisti e collezionisti che hanno accresciuto gradualmente la consistenza della raccolta. Il nucleo più significativo è costituito dalla donazione compiuta dallo scomparso pittore jesino Orfeo Tamburi il quale nel 1964 ha lasciato 54 tra disegni, acquarelli, guazzi e stampe del periodo 1948 -’63.
La sezione d’arte moderna e contemporanea è costituita in gran parte da opere di artisti locali o attivi nella Vallesina; vanno ricordati, Corrado Corradi, Betto Tesei, Luigi Mancini, Luigi Amici, Giovanni Fazi, Leopoldo Battistini, Francesco Tamburini, Luigi Bartolini. La Collezione comprende anche opere non strettamente legate alla città. Causa principale di tale incremento è il premio istituito nel 1975 da Orfeo Tamburi, intitolato alla memoria della madre Rosa Papa.
Vincitori nel tempo sono stati alcuni tra i più importanti artisti italiani del ‘900 quali Guttuso, Guidi, Cantatore, Paolucci, Sassu, Mattioli, Trubbiani, Piacesi, Morlotti, Biancini, Ciarrocchi, Brindisi, Vespignani, Cassinari, Giuffrè, Gilardi, Bodini. Altre opere di artisti contemporanei sono state acquisite negli anni dalla Pinacoteca attraverso donazioni e acquisti. Ricordiamo, tra gli altri, i lavori di Pistoletto, Galliani Ontani, Nino Caffè, Luigi Montanarini, Augusto De Stasio, Gualtiero Nativi e Ruiz Pipò.
Apertura:
Lo Studio per le Arti della Stampa - S.A.S.
Collocato nel Palazzo Pianetti Vecchio a Porta Valle, il S.A.S. ha lo scopo sia di documentare la storia delle arti tipografiche che vede Jesi, prima tra le città marchigiane, ospitare l’ars artificialiter scribendi fin dal 1472, sia di promuovere la formazione professionale di quanti intendono applicarsi alle attività connesse alla stampa d’arte.
L’ampio salone principale, in origine refettorio delle monache Clarisse, venne adattato nel 1710 per accogliere la antica libreria Pianetti, costruita a Todi dal Vescovo Giuseppe e donata al nipote jesino con il vincolo dell’uso pubblico; tale locale divenne successivamente sede di una tipografia e l’attuale destinazione rende ragione della scelta di potenziare una vocazione culturale legata alle tematiche del libro e della stampa.
La strumentazione tipografica è stata acquistata dal comune dalle vecchie tipografie jesine Diotallevi e Flori, alle quali si è aggiunto, nel 2004, parte del materiale della stamperia d’arte Ribichini di Macine di Castelplanio. Le suddette tipografie hanno ceduto anche i loro archivi in cui sono raccolti documenti che raccontano la storia dell’ultimo secolo della città attraverso i cliché, le bozze e le prove di stampa di manifesti, inviti, depliant e opuscoli; un apposito ambiente dello studio, predisposto per la consultazione, offre a studiosi e ricercatori una sezione specialistica sulla storia della stampa e dell’editoria, con particolare attenzione alla valorizzazione della tipografia marchigiana.
Particolare attenzione viene rivolta a promuovere questo servizio sia sul versante del mondo scolastico che in relazione al Museo della carta e della filigrana di Fabriano. Questa struttura culturale si compone di una parte espositiva permanente che offre sia esempi di strumenti per la stampa (torchi, taglierine, pedaline, macchine per la litografia, caratteri mobili, cliché, inchiostri,banchi di composizione) sia esemplari di volumi antichi e moderni della biblioteca Planettiana in mostra permanente, che consentono di ripercorrere la storia del libro a stampa nei vari secoli attraverso i suoi caratteri estrinseci: frontespizio, impaginazione, caratteri tipografici, legature, illustrazioni xilografiche e calcografiche.
INFO:
INFO GENERALI SULLA CITTA':
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