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Nella nostra storia ha notevole importanza il fiume Cesano che nasce dal Monte Catria e confluisce nel Mare Adriatico. Monterado che confina con la provincia di Pesaro, è l'unico Comune della provincia di Ancona che estende il proprio territorio in ambi i lati del fiume, incuneandosi nella provincia di Pesaro, tra i Comuni di Monteporzio e di Mondolfo. Studi approfonditi sulle origini del nome del fiume si devono allo storico Alberto Polverari che confrontando le varie teorie sviluppatesi nel corso dei secoli, propende per la derivazione dall'antica città di "Suasa" e quindi "Suasano", trasformatosi poi in Cesano. Presso questo fiume a Ripabianca, località del territorio monteradese a sinistra del Cesano ed a destra del torrente Rio, nel 1962 è stato esplorato un giacimento del "neolitico inedie". Alcuni scavi individuarono una capanna con un diametro massimo di 10 metri e minimo di 8 e profondo un metro e mezzo sotto il deposito fluviale e tre sepolture con scheletro. Sono stati raccolti molti vasi variamente decorati e altre ceramiche a forma di brocca, fiasco, bicchiere, scodella, ecc., due idoletti fittili, ma senza testa ed arti inferiori e molti altri reperti in pietra: oltre 700 lame, 11 bulini, 4 grattatori e 3 raschiatori ed alcuni oggetti in osso lavorato tra cui due grossi punteruoli ricavati da corna di cervo.
Nella fauna è prevalente la presenza degli ovini sui bovini; è frequente la presenza del cane, mentre vi sono tracce di cervi, volpi, orsi, gatti selvatici e caprioli. Tutti i reperti archeologici si trovano presso il Museo Nazionale di Ancona. Secondo l'Annibaldi, la vita pacifica degli agricoltori del neolitico è sconvolta nel terzo millennio a.C. dall'arrivo dei mercanti guerrieri, di provenienza "egeo-anatolica". Nel secondo millennio a.C. nelle Marche, all'età del ferro, compaiono i Piceni, pervenuti nella regione seguendo il picchio, uccello sacro a Marte, in primavera, quando avveniva il trasferimento ai pascoli estivi. Verso la fine del V secolo e l'inizio del IV a.C., avviene lo stanziamento dei Galli Senoni e quindi il sorgere delle città di Suasa Senonum e Sena Gallica. Dopo la battaglia del Sentine, con la vittoria dei Romani sui Senoni e l'invasione della Gallia Senonia da parte di Curzio Dentato (284 a.C.), avviene la romanizzazione del territorio che si completa con la concessione della cittadinanza romana e, sotto l'imperatore Augusto, con la ripartizione territoriale, rinnovata da Dio-cleziano. Probabilmente il territorio di Monterado faceva parte della repubblica litoranea di Sena. Il Giorgi ha raccolto e illustrato diversi reperti romani di Monterado: un "discreto capitello in pietra, di conservazione alquanto scadente", "avanzi fittili" (vasetti, vasi, mattoni, tegoloni, resti di pavimenti a mattoncini esagonali, tombe, ecc.). Ma poi con le invasioni barbariche, avvennero le distruzioni dei Goti.
Nel 408 d.C. Ataulfo distrusse le città di Suasa e di Ostra, mentre il 17 settembre dello stesso anno, Alarico distrusse Senigallia che però, al contrario delle altre due città, risorse e con l'esarca Narsete e poi con Longino fece parte della Pentapoli ed estese il suo territorio "nei confini attuali della diocesi, per cui Monterado veniva a collocarsi non più ai confini, ma al centro". Poi avvenne l'invasione dei Longobardi e la formazione del ducato longobardico di Senigallia al quale successe, nell'identico significato territoriale, il comitato dei Franchi. La vallata del Cesano fu raggiunta, prima del Mille e prima dei Franchi, dai Bulgari e dagli Sclavini. Molti documenti dei monasteri di Fonte Avellana, di S. Lorenzo in Campo e di S.Gaudenzio di Senigallia testimoniano la loro presenza. Si parla del "vico dei Bulgari detto degli Sclavini" presso l'antica chiesa di S.Gervasio, tra Ponte Rio di Monterado e Centocroci di Mondolfo.
VI INVITIAMO A VISITARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DI MONTERADO
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