It looks like you don't have flash player 6 installed. Click here to go to Macromedia download page.
It looks like you don't have flash player 6 installed. Click here to go to Macromedia download page.
“Il santo uomo aveva disposto il monastero come un giardino paradisiaco in una terra solitaria e impraticabile” (VS 8)
Montefano deve la sua importanza al monastero benedettino costruito nel 1231 da Silvestro Guzzolini che qui si ritirò in cerca di pace e di solitudine. Il primo nucleo del cenobio fu costruito intorno alla sorgente "Fonte Vembrici" su un lembo di selva (mq 3.200 circa), donata da sei diversi proprietari fabrianesi. Di quell'epoca rimangono l'oratorio di San Benedetto e alcune pareti incorporate nell'attuale refettorio. Nel 1390 un incendio rese inabitabile il monastero per oltre 50 anni (ma due monaci rimasero sempre sul Montefano, a custodia della tomba del fondatore); verso la metà del secolo XV si procedette ai restauri, ripristinando la chiesa e i locali danneggiati.
Miglioramenti e costruzione di nuovi ambienti avvennero tra gli anni 1590-1630, e altre aggiunte nei secoli successivi fino a quelle dei nostri giorni. Questi edifici esprimono anche i condizionamenti culturali e gli orientamenti che hanno segnato i singoli secoli di vita e di attività della comunità. Appena si entra dal portone principale, ci si trova nel corridoio d'ingresso con le stanze della portineria per l'accoglienza degli ospiti e nel corridoio del chiostro minore. In questi locali (secolo XVII) spiccano la varietà e la bellezza delle volte.
Il chiostro maggiore è decorato all'intorno da 20 lunette eseguite negli anni 1742-44 da Antonio Ungherini, pittore fabrianese: illustrano con arte semplice e inenua gli episodi salienti della vita di s. Silvestro. Se si entra dall'ingresso della chiesa, il primo incontro è un crocifisso monumentale, di bronzo, che indica il contenuto immediato e ultimo della fede: la vita cristiana è segnata dal Redentore. Cristo accoglie, e il Signore è accolto nell'ospite, nel pellegrino, nel fratello.
Silvestro è l'esempio dell'uomo credente, in ascolto della Parola di Dio. Dal secolo XIII la sua personalità è entrata nella tradizione del monachesimo benedettino.
Silvestro ha già 50 anni, quando si reca nella Gola della Rossa, nel preappennino marchigiano, e conduce una vita di aspra penitenza e di assidua preghiera, con un regime alimentare ridotto al minimo. Auspicando una solitudine sempre più accentuata, dimora in varie grotte della montagna, l'ultima delle quali è «Grottafucile», dove in seguito costruirà un piccolo monastero (di cui rimangono oggi solo pochi ruderi) Nel 1228 riceve la visita di due legati del papa Gregorio IX, i domenicani Riccardo e Bonaparte, i quali lo invitano ad entrare in uno degli ordini già approvati; essi stessi gli manderanno il primo discepolo, Filippo da Recanati.
Silvestro opta per la Regola di S. Benedetto; tale scelta è il risultato di una intensa ricerca spirituale, in cui viene confortato anche da una visione di san Benedetto che lo invita a scegliere decisamente la sua Regola e il suo abito, a preferenza di altri orientamenti comunitari. Però si tratta di un monachesimo con un carattere accentuato di solitudine, di austerità e di semplicità, condividendo la povertà della maggioranza della popolazione. Il fondatore, forse per questo motivo, non ha voluto aggregarsi ad altre comunità allora fiorenti: Santa Croce di Fonte Avellana, Sant'Elena, Sant'Emiliano, Sant'Urbano, San Vittore delle Chiuse, Sitria, Santa Maria di Appennino, Sant'Angelo infra Ostia.
Silvestro sarà spiritualmente figlio di S. Benedetto: la più antica immagine conosciuta lo rappresenta proprio insieme al grande patriarca dei monaci d'Occidente, a uno dei lati della «Madonna col Bambino», nel trittico di Segna di Bonaventura del ca 1330, ora al Metropolitan Museum of Art di New York e costituirà un nuovo ramo benedettino denominato «Ordine di San Benedetto di Montefano», che riceverà l'approvazione pontificia da Innocenzo IV il 27 giugno 1248 con la bolla Nel 1231, Silvestro lascia Grottafucile e trova il luogo adatto per l'edificazione di un monastero più vast è il Monte Fano, nei pressi di Fabriano.
Il 1 giugno 1231, alcuni proprietari fabrianesi gli offrono un terreno intorno alla sorgente Vembrici:da allora egli comincerà ad accogliere discepoli e ad educarli nelle vie di Dio in una fervorosa vita di preghiera, di lettura biblica, di lavoro, di accoglienza; era per tutti un padre spirituale e un maestro di vita. Molti dei suoi discepoli giunsero alla santità e sono venerati con il titolo di beati: Giovanni dalla Cella, Giuseppe degli Atti, Benvenuto da Piticchio, Giacomo da Attiggio, Simone da Ripalta, Bartolo da Cingoli. I più celebri sono Giovanni dal Bastone sepolto nella chiesa di San Benedetto in Fabriano, e Ugo degli Atti patrono di Sassoferrato………
Disclaimer . Privacy . P.IVA 02377840422 .