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Su una verdeggiante collina che si erge fra il fiume Ete Morto e il rio Tarucchio sorge Massa Fermana, le cui prime attestazioni scritte risalgono al 1050. Nel centro storico della suggestiva cittadina si innalza la chiesa parrocchiale dei SS. Lorenzo, Silvestro e Ruffino. Al suo interno, oltre alla prima opera che verosimilmente fu realizzata nel territorio marchigiano da Carlo Crivelli, è conservata la Madonna della Cintola e devoti di Vittore Crivelli che in origine era collocata presso la chiesa della Confraternita della Concezione. Sulla base di alcuni studi compiuti nel corso del XIX secolo, Massa Fermana nel 1460 visse un momento drammatico a causa del funesto diffondersi della peste. La popolazione allora volle commissionare una tavola affinché la Madonna li proteggesse dalla terrificante falce della morte nera. In posizione centrale, su un parapetto che riporta la scritta Mater Domina (Signora Madre) è assisa la Vergine Maria che stringe il Bambino benedicente con un garofano rosso fra le dita paffute, noto simbolo del suo futuro sacrificio salvifico. Alla destra e alla sinistra di Madre e Figlio sono inginocchiati due meravigliosi angeli musicanti, sulle cui teste pende un serto di frutta intrecciato con un significativo nastro vermiglio.
Fra le foglie della ghirlanda sono ravvisabili le mele che rimandano al peccato originale, le ciliegie che alludono al sangue di Cristo sulla croce, un melograno che sottintende sia la Resurrezione che la purezza della Vergine, alcune prugne gialle che significano la castità di Cristo, un grappolo d’uva che è peculiare attributo di Cristo, il quale disse ai suoi discepoli: “Io sono la vite e il Padre mio l’agricoltore” e un cetriolo che invece simboleggia il peccato umano, quindi il motivo del sacrificio messianico. Sul trono è chiaramente visibile un cardellino, il quale cibandosi dei cardi che per le loro foglie pungenti rammentano la corona di spine sul capo del Redentore, nella tradizione iconografica cristiana rimanda alla Passione. Ai piedi della Madonna sono bipartiti in maniera bilanciata due gruppi di devoti, fra cui sono ravvisabili gli osservanti della Confraternita della Concezione. In posizione centrale invece sono ritratti san Lorenzo, patrono di Massa Fermana, san Francesco che probabilmente allude alla committenza francescana, san Silvestro cui è titolata la chiesa e san Sebastiano che veniva invocato contro la peste. I quattro offrono un particolareggiato modellino della città alla Vergine che la cinge caritatevole e protettiva con una cintola dorata.
Fonte Informativa museo diffuso del Fermano
ALLINTERNO VI SONO CONSERVATE OPERE DI GRANDE VALORE ARTISTICO:
“Polittico di Carlo Crivelli” (1430-1500) firmato e datato 1468
II polittico di Massa Permana, prima opera documentata di Carlo Crivelli nelle Marche, presenta in nuce peculiarità strutturali, morfologiche e semantiche che diverranno delle costanti nell'evoluzione artistica del pittore. In bilico tra passato e presente, tra conservatorismo e modernità, Carlo costruisce un grande apparato iconico secondo la tradizione tardo gotica proponendo alla devozione dei fedeli una teoria di Santi isolati ciascuno nel fondo oro del pannello attorno al fulcro della composizione costituito dalla Madonna in trono col Bambino. La predilezione dell'artista per l'arcaica struttura del polittico fu probabilmente dettata dal gusto dei committenti, i conti Azzolino di Fermo che esercitavano lo iuspatronato - ereditato dai Brunforte - sulla chiesa per il cui altare l'opera fu realizzata. Da una lettura stilistica, invero, emerge la padronanza dei mezzi espressivi propri del linguaggio rinascimentale. Le figure sono plasticamente modellate, diverse le soluzioni spaziali: dall'aurea dimensione metafisica dei pannelli centrali si passa agli spazi naturali e architettonici costruiti secondo evidenti intelaiature prospettiche nella predella e nella cimasa. Palpabili sono gli echi del vivace ambiente umanistico padovano dominato da figure carismatiche come Donatelle, Mantegna e lo stravagante Squarcione, nella cui bottega Carlo conobbe artisti ferraresi, toscani, dalmati che diedero poi vita a quello che Pietro Zampetti ha definito "Rinascimento adriatico". L'articolato schema figurativo si presta a diverse interpretazioni iconografiche, tutte convergenti a tracciare l'immagine di un artista imbevuto della cultura teologica del suo tempo e consapevole delle antiche tradizioni. In posizione preminente compaiono i due santi titolari della chiesa, il diacono Lorenzo e papa Silvestre; alle estremità, su un austero piano roccioso, i due predicatori S. Giovanni Battista e S. Francesco che riceve le stigmate.
Altre Opere
VI INVITIAMO A VISITARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DI MASSA FERMANA
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