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L’edificio della cattedrale intitolata a san Catervo risale alla prima metà del secolo 19° ed è forse il terzo costruito attorno al mausoleo di epoca romana - di cui oggi restano scarsi frammenti - fatto realizzare da Settimia Severina per custodire le spoglie del marito Flavio Giulio Catervio e le proprie. Di Catervio - vissuto alla fine del 4° secolo d. C. - si sa con certezza che era di nobile famiglia e che aveva rivestito l’alta carica di prefetto del pretorio. Intorno al sarcofago - insigne esempio di arte romana del 4° secolo, visibile nella cappella del Santo - corrono alcune iscrizioni metriche volute da Settimia che piangono la morte del figlio Basso appena diciottenne. Verso Catervio, illustre personaggio della corte imperiale, certamente cristiano, e i suoi congiunti, si sviluppò una profonda devozione popolare nata dall’antica e sentita tradizione secondo la quale egli sarebbe morto martire per diffondere la fede cristiana a Tolentino. La cappella di san Catervo, dove è conservato il sarcofago che contiene i corpi dei tre personaggi, fu affrescata da Marchisiano di Giorgio, pittore tolentinate di origine slava, che vi lavorò nei primi anni del ‘500. Recenti studi attribuiscono, tuttavia, la frescatura della lunetta centrale al celebre Giorgione che si sarebbe ritratto nel santo a destra della Madonna. Un’interessante lunetta in pietra di stampo longobardo è quanto resta della chiesa benedettina nata attorno al primitivo luogo di culto dedicato a san Catervo.
(Fonte: Semoloni - dal progetto Viandando Tolentino)
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