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Sulla strada che collega Montefalcone Appennino con la contrada detta Luogo di Sasso, immerso nel verde dei boschi, si trova un antichissimo convento. Si tratta di quel "S. Giovanni in Selva", citato nel Chronicon Farfense, in cui ripararono, alla fine del IX secolo, i monaci dell’Abbazia di Farfa, fuoriusciti dalla Sabina per sfuggire agli attacchi dei Saraceni. Pur se di origine farfense, il monastero ha una storia unicamente francescana. Nell’anno 1223 (1215 secondo alcuni) fu ceduto dai monaci di S. Benedetto a S. Francesco in persona, ed i francescani lo hanno occupato fino a qualche decennio fa. Forse è leggenda che S. Francesco abbia potuto visitare Montefalcone Appennino, tuttavia non mancano i ricordi di storia Francescana che arricchiscono il luogo. A poche centinaia di metri dal convento scaturisce una fonte detta di S. Francesco che si crede ottenuta in modo miracoloso dal Santo e, poco distante da questa, un’altra fonte denominata di S. Bernardino, che fa pensare ad un soggiorno del santo in questi luoghi.
Dal Convento di Montefalcone parte nel 1525 Matteo da Bascio e la sua idea di riformare i francescani mediante la nascita dell' Ordine dei Cappuccini. All' interno del Convento è visibile un piccolo ed armonico chiostro che ha nel mezzo un pozzo a vera circolare e due pilastri sormontati da un tettino. Su di un mattone può leggersi incisa la cifra 1693. Annessa al convento è la chiesa dedicata al culto di S. Giovanni Battista. L’edificio, anticamente molto semplice, prese la forma attuale nel 1776, allorché la sua volta venne ornata di stucchi per volere dell’allora Padre Guardiano Giambattista da San Severino. Nel 1805 venne invece costruito un nuovo coro, ancora ben conservato, tutto di noce, impreziosito da impellicciature dello stesso legno e da pregevoli lavori d’intarsio. Meritano infine attenzione un Crocefisso quattrocentesco in legno, e, sempre in legno, una statua dell’ Immacolata.
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