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Castello di Belvedere Ostrense

  • prov AN
  • città Belvedere Ostrense
  • tel 0731-617003
  • fax 0731-617005

informazioni

www.prolocobelvedere.it

 

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NOTIZIE STORICHE

Il castello di Belvedere (Castrum Belvideris) fu edificato nella prima metà del sec. XII e deve la sua pittoresca denominazione alla posizione dominante del colle su cui sorge e dal quale si gode un ampio panorama fra Misa ed Esino, dalla costa alla catena appenninica. Alla metà del sec. XII era un feudo pubblico e il suo governo era affidato ad un conte imperiale di nome Sforza dipendente dal marchese della Marca di Ancona. Al conte Sforza successe il conte Simone, che nel 1177 rinunciò alle sue terre e ai suoi diritti a favore del vescovo di Senigallia. Ma il vero erede dei diritti signorili del conte Sforza fu un ramo collaterale della famiglia comitale, che più tardi prenderà il titolo di conti di Buscareto. Agli inizi del sec. XIII il comune di Jesi acquisì il dominio e la giurisdizione di tutta l’area collinare fra l’Esino e il Misa, comprendendovi anche quella di Belvedere, i cui abitanti fra il 1225 e il 1235 fecero atto di soggezione alla città.

Il castello era allora di modeste dimensioni, poco più che un villaggio rurale; la maggior parte degli abitanti risiedevano nelle campagne in vicinanza delle numerose chiese rurali, soprattutto nei pressi della pieve di S. Maria di Casartino e di S. Giovanni di Arcignano. A partire dal 1320 circa, in concomitanza con il dilagare in tutta la regione delle guerre e delle lotte di fazione, si affermò nel castello il ruolo dominante dei conti di Buscareto, grazie anche alle numerose proprietà che possedevano nel territorio. I conti furono per tutto il ‘300 fra i maggiori protagonisti delle vicende politiche della valle del Misa, tennero per vari periodi la signoria di fatto di Belvedere e alla fine del secolo se ne videro riconosciuto il vicariato a nome della Chiesa. Grazie al protagonismo politico di questa famiglia, soprattutto del conte Nicolò che fra il 1340 e il 1355 riuscì ad imporre la sua influenza politica su quasi tutta la valle del Misa, Belvedere uscì dall’anonimato e iniziò a svolgere un ruolo territoriale di qualche rilievo; contemporaneamente fu circondato di un sistema di mura e munito di una rocca edificata sulla parte più elevata del piccolo poggio.

Il vicariato dei Buscareto durò fino al 1404, quando, profittando della minore età degli eredi, il comune di Jesi riuscì ad ottenere dal pontefice la sua revoca e la restituzione del castello. Seguirono però di lì a poco i domini dei Malatesta, di Braccio da Montone, dei Montefeltro e di Francesco Sforza, sicchè Belvedere tornò effettivamente a Jesi solo nel 1451, quando in segno di soggezione dovette subire la distruzione della rocca. La fine delle guerre e delle signorie segnò l’inizio del periodo più florido della storia del castello. Posto in posizione dominante al centro di un territorio agricolo favorevole alla cerealicoltura, vide aumentare la sua popolazione e divenne residenza di molte famiglie possidenti, che via via acquisirono uno status nobiliare e dettero lustro al castello con personaggi di rilievo e opere pubbliche. Grazie alle loro risorse il castello si arricchì di palazzi gentilizi, di chiese monumentali, di opere di beneficenza e di un pubblico teatro.

Con la soppressione del contado di Jesi nel 1808 Belvedere divenne comune autonomo. Dopo l’unità mutò la sua denominazione in quella di Belvedere Ostrense in omaggio all’antico municipio di Ostra, che sorgeva nella valle del Misa ai confini del suo territorio. Della sua storia medievale Belvedere conserva la più visibile testimonianza nell’impianto del centro storico e nelle mura castellane, che cingono ancora il castello su tre lati: la struttura attuale a scarpa risale alla seconda metà del '400, quando il nucleo medievale fu ampliato verso oriente e munito di due porte in corrispondenza del corso. A partire dal ‘600 le cortine merlate e il cammino di ronda furono chiusi da un porticato sopra il quale vennero edificate delle abitazioni private, secondo un modulo costruttivo molto diffuso nelle Marche (si veda il vicino castello di Morro d’Alba); di queste costruzioni, demolite nel corso dell’Ottocento, restano solo due tratti sul lato meridionale. Il centro urbano ha mantenuto comunque quasi inalterato il suo impianto originario, con le file di edifici a schiera, le viuzze, le piccole piazze e i vicoli lungo le mura, da cui ogni tanto si apre uno scorcio o una veduta panoramica sulla fuga di colline che caratterizza la campagna marchigiana.

Fonte informativa Pro Loco Belvedere Ostrense

 

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