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informazioni
Proprietà Statale
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Situato presso il cinquecentesco palazzo municipale, il Museo Archeologico Statale - inaugurato nel 1997 - raccoglie materiali relativi ai ritrovamenti e agli scavi effettuati in zona. Il Museo, attraverso le sue sale, propone la testimonianza della frequentazione del vasto territorio che oggi fa capo al comune di Cingoli, coprendo un periodo che va dal paleolitico sino all'età romana. Nella prima sala, numerose sono le attestazioni di uno tra i più antichi insediamenti delle Marche riferibili al Paleolitico inferiore rappresentate da varie tipologie di strumenti litici attraverso cui è possibile ripercorrere l'evoluzione tecnologica dai primi strumenti su ciottolo sino alle lame in selce. La seconda sala conduce idealmente il visitatore in una nuova fase: quella del Neolitico, dove è riconoscibile l'affinamento della tecnica di lavorazione della selce come testimoniano le varietà di punte di freccia utilizzate all'epoca per la caccia con l'arco. L'economia agricolo-pastorale è desumibile da resti di asce in pietra levigata e da strumenti per la tessitura (navette, fuseruole, pesi da telaio). Accanto a queste nuove attività, si collocano i commerci del territorio con altre zone remote. Ritrovamenti di materiali come le lame di ossidiana dell'isola di Lipari e la pietra verde tipica della zona alpina non sono che la testimonianza di tali contatti. Particolarità della civiltà neolitica locale è l'assenza di attestazioni ceramiche che sembrano spiegare un'attardamento, se non una precisa scelta culturale del luogo montano.
La sala adiacente, introduce il visitatore all'età del ferro le cui prime testimonianze (VI secolo) sono riferibili soprattutto alla cultura e alla frequentazione picena del territorio oramai organizzata lungo le direttrici fluviali dei fiumi Potenza e Musone. La costituzione in "prefecturae" di San Vittore e Pian della Pieve e successivamente l'insediamento di Cingoli, confermano la romanizzazione dell'area testimoniata, per ciò che concerne il sito di San Vittore, da ritrovamenti di tipo votivo (testine con polos di ambiente magno-greco) ed a una pregevole "lekythos" miniaturistica con scene dionisiache. Tali ritrovamenti testimoniano i contatti con l'ambiente attico e la forza di attrazione che un luogo come il santuario dedicato al culto delle acque esercitava collocandosi, inoltre, lungo le principali direttrici comprese tra est ed ovest. I supporti didattici disposti lungo il percorso inquadrano storicamente le carte di distribuzione del popolamento (compilate per fasi cronologiche di sviluppo) e, in particolar modo, la collocazione degli insediamenti abitativi e delle ville romane i cui elementi decorativi e musivi sono collocati presso il museo. Per l'Età del Bronzo, la documentazione più significativa è fornita dal sito di Moscosi, visitabile al piano seminterrato del museo dove si trovano numerosi reperti ceramici itipici della civiltà appenninica così come oggetti in osso o corno di cervo.
Orari Apertura:
VI INVITIAMO A CONSULTARE ANCHE LA PAGINA DI PRESENTAZIONE DI CINGOLI
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