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Il 1° dicembre 1617, il consiglio comunale di Montedinove dava l'assenso, come volevano le leggi ecclesiastiche, per l'erezione di un convento di Frati Minori «strictioris observantiae» o Riformati, su un poggiolo sottostante il paese, dov'erano una cappella dedicata al santo martire Tommaso Becket arcivescovo di Canterbury e primate d'Inghilterra (+ 1170) e un'abitazione, proprietà dell'ex monastero di S.Maria in Cellis, dipendenza già dell'abbazia di Farfa. L'offerta fu discussa e approvata nel maggio 1618 a San Severino, dove i Riformati, allora sottoposti alla provincia Osservante, tenevano un loro capitolo custodiale. Padre Carlo da Montedinove OFM Rif., al servizio allora del cardinal Alessandro Peretti (1585-1623) pronipote di Sisto V che aveva in commenda il monastero, convinse l'abate alla cessione dello ius sulla chiesa e sul suo ristretto fondo. Paolo V (1605-21) confermò con bolla del 1° nov. 1619, inviando la prima pietra da lui benedetta, come ricorda ancora la lapide, sulla facciata. Deputati del Comune - che i frati riformati non potevano acquistare per via della Regola Francescana - avevano intanto comprato dal 13-3-1618 due quarte di terra dagli eredi di Domenico Vagnozzi, che pativano di un canone annuo di 10 quattrini con S.Maria in Cellis. E si potè iniziare la fabbrica, ponendo la prima pietra, il 26-5-1620. I frati vi presero stabile dimora nel 1629, anche se il convento potè dirsi terminato solo nel 1643, mentre sul luogo dell'antica chiesina distrutta sorgeva la nuova, abbastanza capace, dedicata all'Immacolata, S.Tommaso e a S.Francesco. Fu consacrata il 3-6-1646, come canta una lapide, ora collocata in sacrestia.
Curiosità storica: nel 1632, Urbano Vili ridusse tutti i monaci farfensi della zona a canonici di Collegiate. Soppressi tutti gli Ordini religiosi da Napoleone Bonaparte (1810), chiesa e convento e orti furono posti all'incanto e acquistati da un certo Eustorgio Celi. Ma nel giugno del '14 cade il Regno Italico, Papa Pio VII rientra a Roma nel '15, il Celi finisce in carcere, forse per i moti carbonari della Marca del 1817. In cambio della grazia, offrì di restituire gratis chiesa e convento; il che avvenne il 14-3-1821. Tornarono gli Osservanti Riformati e ne fecero «Studio di morale». Nuova soppressione nel 1866, dopo l'avvento dei Piemontesi e l'unificazione delle Marche allo Stato Sabaudo. Ma un sacerdote e un fratello religioso poterono restare in alcune stanze fin oltre al 1894. La proprietà era passata per altro dal Demanio al Comune, e nel 1898 dal Comune al vescovo di Montalto Mons. Luigi Bonetti (+ 1911), che nel 1909 invitò i Frati Minori Conventuali del vicino convento di Montalto a prenderne cura e possesso. La chiesa è santuario noto nelle province di Ascoli e Teramo per la venerazione a S.Tommaso Becket, invocato contro i mali delle ossa. L'annesso convento fu sede di noviziato dal 1936 al 1943, poi di un seminario minore dall'ottobre del '44 al giugno del '71 ed è presentemente utilizzato per iniziative turistiche e pastorali. Dal 1976, sono state affidate ai religiosi da S.E.Mons. Vincenzo Radicioni ambedue le parrocchie del paesino (700 abitanti): la vetusta S.Maria in Celiis e S.Lorenzo martire.
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