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informazioni
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Le sale del piano nobile ospitano alcune opere precedentemente collocate nella pinacoteca comunale, ma provenienti, in gran parte da diverse chiese del territorio. Le collezioni civiche sono state trasferite nella nuova sede di Villa Colloredo Mels nell’estate del 1998, in occasione del bicentenario della nascita di Giacomo Leopardi. Il museo è articolato in differenti sezioni: la sezione archeologica con reperti del periodo neolitico e dell’età del ferro; la sezione medievale con testimonianze pittoriche e storiche del periodo; la sezione rinascimentale con le opere di Lorenzo Lotto; la sezione dedicata al Seicento e al Settecento e quella dedicata all’ottocento con le opere di Biagio Biagetti.
Al primo piano è presente un vasto spazio dedicato ad esposizioni temporanee. La sezione archeologica permette di conoscere l’organizzazione di comunità neolitiche (IV millennio a.C.) ed eneolitiche (III millennio a.C.) stanziate nella vallata del fiume Potenza. Anche la civiltà picena ha lasciato delle tombe con ricchi corredi funerari attraverso i quali è possibile ricostruire l’organizzazione sociale della comunità e testimoniano la presenza di un insediamento sul colle recanatese durante l’età del ferro dal IX al VII secolo a.C.
La ricchezza artistica del periodo medievale è rappresentata da alcune opere di artisti che hanno diffuso l’arte gotica nel territorio come Pietro di Domenico da Montepulciano, Giacomo di Nicola da Recanati e Olivuccio di Ciccarello. Sono presenti anche alcune testimonianze storiche del periodo tra cui la Bolla aurea di Federico II di Svevia e gli abiti dei priori recanatesi. Il Rinascimento è rappresentato da quattro opere di Lorenzo Lotto (l’Annunciazione, il S. Giacomo Maggiore, il Polittico e la Trasfigurazione) e di altri artisti come Vincenzo Pagani, Felice Damiani da Gubbio e Cristoforo Roncalli detto il Pomarancio.
L’arte del Seicento e Settecento è testimoniata un’opera attribuita a Gianbattista Piazzetta, da alcune opere di Pier Simone Fanelli e da sculture in terracotta provenienti dalla celebre scuola di fonditori recanatesi avviata dai Lombardi - Solari di cui hanno fatto parte i fratelli Jacometti, Sebastiani e Vitali. Infine, Biagio Biagetti, di cui sono conservati alcuni disegni, Giacomo Braccialarghe e Giuseppe Pirrone, con le sue medaglie in bronzo, rappresentano l’arte alla fine Ottocento e nei primi anni del Novecento.
VILLA COLLOREDO MELS
La villa e il parco costituiscono la quinta occidentale della città di Recanati. La parte più antica del complesso è di origine medievale ed è costituita dalla spina di abitazioni che corre lungo Via Campo dei Fiori. L’edificio era già esistente nel ‘600 e da una stampa dell’epoca, realizzata da Gianbattista Vitali, si desume l’aspetto di palazzo. Lo scalone interno in pietra è cinquecentesco, mentre i soffitti e le coperture recano tracce di stucchi seicenteschi. La facciata principale del palazzo rivolta verso il Duomo e verso la città si presenta intonacata - a differenza degli altri edifici del centro storico - , con due ordini di finestre incorniciate in pietra bianca disposte in modo irregolare ed un portale in pietra, simile a quello di Palazzo Ceccaroni (di fronte alla chiesa di S. Vito).
Dalla metà del 1700 il palazzo diventa di proprietà della nobile famiglia Colloredo Mels, proveniente dal Friuli Venezia Giulia, prendendone il nome. I Colloredo si stabiliscono nelle Marche alla fine del ‘600 con Rodolfo Colloredo, capostipite del ramo marchigiano, che sposa la contessa Delia Maria Silvestri di Cingoli. Il figlio Fabio, nato nel 1705 sposa la contessa Teresa Flamini-Antici diventando proprietario del palazzo che subirà notevoli trasformazioni architettoniche fino a raggiungere l’aspetto attuale. I Colloredo avevano proprietà anche in Austria, in Slovenia, in Lombardia, in Toscana, oltre che in Friuli, mentre nelle Marche vantavano alcuni possedimenti di circa 700 ettari, di cui 240 nel territorio recanatese divisi in ventotto colonie tenute a mezzadria.
La villa nel ‘700 funge da centro amministrativo delle proprietà dislocate in vari comuni dell’Italia centrale e dimostra una diversificazione tra gli spazi dedicati alla vita domestica e gli spazi riservati all’attività agricola, mostrando chiaramente la cultura della rifeudalizzazione settecentesca. Infatti la parte del complesso su Via Campo dei Fiori era riservata alle funzioni agricole, mentre la parte verso il parco ospitava l’accesso alle cantine e al magazzino a due piani. Anche il parco fu oggetto di attenzione da parte della famiglia come attestano vari progetti di risistemazione ottocenteschi. La corte viene sistemata nel 1861, mentre agli inizi del ‘900 viene aggiunto un braccio verso nord. Il casato dei Colloredo si estingue con la morte del conte Rodolfo Colloredo il 9 luglio del 1961.
Il complesso e le proprietà terriere vengono donati alla S. Casa di Loreto che nel 1965 accetta la donazione; successivamente il Comune di Recanati acquisisce la villa e vengono avviati i lavori di restauro, completati per il bicentenario della nascita del poeta Giacomo Leopardi (1998). Lo scalone in pietra presenta pareti decorate con stucchi bianchi ed è illuminato da quattro finestre che si aprono sulla vallata del Musone, mentre al piano nobile si possono osservare dei soffitti decorati a secco con pitture a motivi figurativi e geometrici che vanno dall’età neoclassica al primo novecento oltre che pavimentazioni in cotto particolarmente pregevoli nel salone e nella sala lunga.
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